Processo di Carranza all' Inquisizione romana. 239 quando fu trasferita a Roma non era ancora matura pel giudizio. Il 31 dicembre 1564, giorno in cui cadde la facoltà pontifìcia di inquisire su di lui, era stato improvvisamente interrotto il processo e da allora nulla erasi fatto in Ispagna per la sua prosecuzione.1 Circa la metà del 1569 però le discussioni erano arrivate sì avanti che a giudizio di tutti la decisione sembrava prossima. Nell’ottobre le sedute e consulti della commissione finirono, il papa prese gli atti del processo e in unione coi cardinali Peretti e Al-dobrandini li sottopose a un esame per formarsi con sua propria fatica un giudizio sull’accusato. Credevasi che la sentenza finale sarebbe uscita intorno la Pasqua del 1570.2 Ma anche questa volta l’aspettazione generale s’era ingannata : la corrente degli avvenimenti allora non cercava che un nuovo letto allo scopo di tornare a scorrere in nuova direzione verso le calende greche. Da lunga pezza non era più un mistero che la decisione papale non sarebbe stata secondo il senso dell’inquisizione spagnuola, donde grande agitazione a Madrid come a Roma presso l’ambasciatore spagnuolo. Qualora la Sede apostolica venisse a decidere contro l’inquisizione e Carranza avesse dovuto ritornare a Toledo e ripigliare il suo antico posto come primo vescovo nel paese, secondo la concezione di Filippo era dato all’autorità dell’inquisizione un terribile colpo, che il regale patrono voleva ad ogni costo evitare.3 Così la controversia sulla colpa o innocenza del Carranza si allargò in una lotta del cesaropapismo madrileno contro l’intervento di Roma e ancora in una lotta della teologia spagnuola colla romana. Se nell’eterna città s’era dato un giudizio poco favorevole della critica pedantesca dei pareri spagnuoli sul Carranza, ora i teologi romani vennero ripagati con altri biasimi, chè lo spagnuolo sicuro di sè credeva di saper meglio che a Roma stessa ciò che fosse cattolico e non cattolico. Le lettere dell’ambasciatore spagnuolo Zuniga sono nel 1569 piene di accuse contro i giudici romani. Secondo esse il papa è prevenuto a favore dell’arcivescovo e si lascia influenzare dagli amici di lui. Gli officiali, che dirigono il processo, sono sospetti agli occhi di Zuniga ; essi si sono permessi delle offese alla procedura e non posseggono la scienza sufficiente per sentenziare su questioni teologiche. Le cose avrebbero preso tutt’altro corso se dalla Spagna fosse stato mandato un maggior numero di teologi come assessori e i romani non avessero dimenticato il rispetto dovuto agli officiali dell’inquisizione spagnuola. Si redigano quindi nuovi pareri sugli scritti di Carranza nella patria di lui, dove può meglio giudicarsi del senso e della portata delle sue Proposizioni.4 1 Corrcsp. dipi. II, xxvin. 2 Iblei. IV, x. xiv. 3 Cfr. sopra, p. 235. n. 0. 4 Cnrrexp. dipi. II. ix.