Prigionia e fuga di Maria Stuart. 391 tersi in salvo senza pericolo: i capi dei lord, Hume e Morton, erano infatti suoi complici e il preteso motivo della loro campagna, cioè la punizione dell’uccisore del re, il Bothwell, non era che un pretesto. Una volta in mano dei suoi nemici, la regina non fu più che una prigioniera priva d’aiuto. Al suo arrivo lo rintronò gli orecchi il grido, come da una bocca sola, dell’esercito eccitato: al fuoco l’adultera !1 Essa venne poscia condotta a Edinburg. Su una bandiera, che sventolava dinanzi a lei, era raffigurato il suo sposo assassinato ed accanto a lui il figlio con in bocca l’invocazione: giudica e vendica la mia causa, Signore! Nella sua capitale Maria fu di nuovo schernita dalla folla con le grida più selvagge, invocandosene la morte per rogo o annegamento.3 Nella notte dal 16 al 17 giugno 1567 fu trasferita nel castello di Lochleven, solido e situato in mezzo a un lago, e addì 24 luglio essa dovette rinunziare al trono in favore del figlio di soli tredici mesi, che fu coronato il 29. Nella predica tenuta in quella solennità Knox domandò l’esecuzione di Maria per adulterio e coniugicidio.4 I nemici dell’infelice principessa avevano riportato'splendida vittoria. Durante la minorennità di Giacomo V e di sua figlia Maria la nobiltà aveva potuto ampliare di molto la sua potenza; ora il regno d’un pargoletto le riapriva le più brillanti speranze di due decennii d’indisturbato svolgimento di potere. Non ostante la rigida custodia a Lochleven, con la sua saga-cità Maria riuscì, aiutata da buoni amici, a fuggire il 2 maggio 1568 ed a raccogliere un esercito. Ma la fortuna delle armi decise il 16 maggio presso Langside contro di lei. Mentre Maria era in prigione, Elisabetta d’Inghilterra aveva con sorprendente risolutezza totalmente abbracciato il partito suo :5 fidando nell’aiuto della sua «buona sorella» Maria, ai 16 di maggio attraversò il Solway Firth e mise piede su terreno inglese; cominciò così un nuovo periodo della sua dolorosa vita. Con la traduzione di Maria a Lochleven il culto cattolico in Iscozia perdette l’ultimo luogo, ove poteva ancora mostrarsi pubblicamente. Con camerati armati lord Glencairn irruppe nella cappella de! castello di Holyrood mettendo a pezzi quanto trovò : non rimasero risparmiati neanche i mobili, gli abiti e gioielli della 1 Bum thè icliore! Fleming 164. 2 Ibid. Bain II, n. 519. 3 Fleming 466, li. 37. 4 Calendar of State Papers, Forcign Ser. 1566-1568, p. 291, 293. 5 Brosch VI, 536-522. Lethington comprese si poco questo zelo