448 Pio V. 1566-1572. Capitolo 7 a. giunto lo scopo perchè i suoi mezzi erano illeciti e dannosi. La professione della fede cattolica va mantenuta nella sua purezza e integrità : precisamente gli esperimenti di Carlo V e Ferdinando I cogli aderenti alla confessione augustana avevano mostrato quanto fosse vana la speranza di riconciliarli colla Chiesa. Del resto coloro avevano trattato con potenti principi, mentre ora l’imperatore voleva farsi prescrivere condizioni vergognose dai suoi sudditi. Inoltre non deve farsi del male per ottenere del bene. Per la via della cedevolezza i nuovi credenti non verrebbero ricondotti ;alla Chiesa, ma soltanto confermati nella loro idea. Francamente il Commendone osservò quanto fosse pericolosa all’onore dell’imperatore l’affermazione che facevano i luterani di avere comprato -con denaro la libertà religiosa, ma che il peggio di tutto era che colla concessione in fatto di religione l’imperatore s’attribuiva un potere che spettava al papa soltanto; tale audacia doveva attirarsi il castigo divino.1 Le lunghe e pressanti osservazioni di Commendone vennero anche appoggiate da una forte lettera di Alberto V a Massimiliano, che il legato aveva portata con sè da Innsbruck. Decisivo fu l’intervento dovuto a Pio V del re spagnuolo, che con una lettera autografa del 17 ottobre e più tardi un’altra volta scongiurò l’imperatore di abbandonare il suo modo d’agire contro Dio e la religione. Le rimostranze di Filippo II dovettero fare tanto maggiore impressione su Massimiliano perchè egli aveva l’intenzione di maritare la figliuola maggiore col re di Spagna. Ora Filippo voleva come condizione preliminare di ciò che cessasse qualsiasi favore ai neerlandesi insorti ed ai protestanti austriaci. Commendone riconobbe subito l’importanza di questa questione dinastica. Dietro suo ■consiglio l’ambasciatore spagnuolo fece avvertito l’imperatore che pel progettato matrimonio occorreva una dispensa pontificia per parentela, che certamente Pio V non concederebbe qualora Massimiliano fosse ai comandi dei protestanti austriaci.2 All’unito assalto del papa, di Spagna e di Baviera, l’imperatore non resistette, tanto più ch’egli, pel quale i protestanti valevano quanto i cattolici,3 non pensava ad esporre a sensibile danno gli interessi della sua casa per le questioni religiose. Rapidamente e senza dignità egli cedette : quanto ai rivoltosi neerlandesi, in realtà, ma solo all’apparenza quanto ai protestanti austriaci.4 1 Vedi Gkatiani Epist. 390 ss. Le * relazioni di Commendone sulla sua legazione del 1568-69 sono nell’Archivio Graziani a Città di Castello. Le pubblicherà Dengel nell’edizione dei Nuntiaturlìcrichte. 2 Vedi Ritter I, 402s.; Hopfen 289; Yenez. Depeschen III, 464, n. 1-5 ■Colecc. de docum. inéd. Vili, 28 s. ; Corresp. dipi. II, 464 s., 492. 1 s Giudizio di Hubeb (IV, 229). 4 Vedi Ritter I, 403.