78 desima; ma credereste per questo ohe alla osteria alla quale fummo vettureggiati avessero messo in serbo per noi cosa alcuna? Figuratevi! e-ran le sei, e a sei ore chi ha ancora a pranzare? Ogni galantuomo a quell’ora ha pranzato o si suppone, onde ivi abbiamo appena trovato il bicchiere degli stuzzicadenti, eil vasello comune della bagnifa, parola lombarda, con cui un tempo, dieci o dodici anni fa, solevasi ancora genericamente chiamare la inustarda, la senapa, ogni altro piatto fermo in somma nel quale han diritto di pescare dentro ogni cucchiaio ed ogni forchetta. E però si mangiò come si potè, e di quel che si potè e come potemmo ci alloggiammo pure da poi pei canti delle vie ad aspettare con gli ombrelli in mano e le schiene a’muri, l’ora della partenza, poiché tra le cose superflue stimarono pur quella di offerirne il comodo d’uua stanza. Il padrone dell’albergo è persona compitissima: a risparmio di spesa ci ospitò tutti gratis, in comune, all’aria libera del cortile. A Bergamo perdemmo una parte della compagnia, e quivi s’arrestò pure il professore. Fu una perdita generalmente sentita da tutti; poiché fosse disgrazia, o le tenebre della notte ne impedissero l’effetto, nou se ne trovava piò la valigia, onde per due buone ore dovemmo prender parte noi pure all’ansietà del suo animo. 11