134 Pio V. 1566-1572 Capitolo 2 /. varono da ridire siccome equivoco su un passo del Catechismo.1 Al cardinale Espinosa era stato deferito di curare una traduzione spagnuola, che fu fatta dal Funtiduena, ma i censori si espressero nel senso, che il meglio fosse rinunziare affatto a traduzione nella lingua del paese.2 Nel 1568 avvenne la stampa del breviario migliorato, cioè del libro di preghiera che si usa per le ore canoniche. Il costume di far recitare dai chierici a determinate ore del giorno delle preghiere a nome di tutta la Chiesa, risale ai primi secoli cristiani e deve la sua origine ad alcuni accenni della Sacra Scrittura.3 Coll’andare del tempo queste ore di preghiera erano diventate sette, una per la notte, sei per il giorno, risultando il breviario principalmente dai salmi disposti in modo, che il salterio dovesse recitarsi una volta ogni settimana dal principio alla fine : la salmodia veniva interrotta, in ispecie nella preghiera notturna, da lezioni della Sacra Scrittura o, nelle feste dei Santi, da letture tolte dalle loro biografie.4 A partire dal secolo xvi si fecero sempre più forti le lagnanze aulla deformazione del breviario tradizionale.5 Era oggetto di biasimo che, a causa delle molte feste di Santi, le quali avevane i loro proprii salmi, si dovessero sempre recitare, continuamente ripetendoli, questi pochi salmi, rimanendo appena possibile la lettura dell’intiero salterio; inoltre che non fosse lasciato il posto conveniente alle letture tolte dalla Sacra Scrittura e che quelle desunte dalle vite dei Santi contenessero le cose più incredibili e fossero composte in latino barbaro.6 Si sarebbero ancora appiccicate al breviario propriamente detto tante preghiere secondarie obbligatorie, che, prescindendo dai dì festivi, la recita completa esigeva un tempo sproporzionato; le istruzioni poi sul modo di 1 Da P. II. c. 2. n. 17 secondo essi risultava che il precetto del battesimo in Matth. XXVili, 18 non valeva per coloro che andavano dannati. Corresp. dipi. loc. cit. 2 Corresp. dipi. II. 85 n. Un parere del 14 febbraio 1570 contro la traduzione del Catechismo trovasi fra gli scritti sul Carranza ; può darsi quindi che il Catechismo di Carranza abbia dato occasione ni dubbio. Oltracciò precisameli tt' in Ispagna s’era molto timorosi quanto a scritti teologici nella lingua del paese. In una lettera a Castagna il Rusticneci l’8 ottobre 1571 espresse il desiderio che la traduzione del Funtiduena venisse stampata. Corresp. dipi. IV, 453. 3 Preghiera ad es. all’ora nona in Atti (lenii Apost. 3, 1. 4 Cfr. S. Baumee, Oeschichte des Brcricrs. Freiburg 1895. Batiffol, Hist. du brériairc romain3, Paris 1911. 5 .Tos. Semi) in Theol. Quartalsclir. LXVI (1884). 467 s., 452 s„ 47S s. Bàumer 364 ss. n Un permesso pontificio attribuito a Giulio II concedeva 1’ uso di uffici speciali in quanto non fossero espressamente proibiti dalla Chiesa o non fossero compatibili col rito romano. Con ciò erano spalancate le porte al capriccio. Ofr. Mercati in Rassegna Gregoriana II (1903). 419.