Malgrado l’abiura di Baio la nuova teoria non è superata. 259 sero stati condannati li Padri stessi. Per tale motivo egli presenta la sua apologia : il papa decida se la bolla non sia orrettizia. Ai 16 di marzo del 1569 Baio mandò una consimile lettera al cardinale Simonetta, che però non trovò più quest’ultimo fra i viventi. 1 Era molto manifesto ciò che dovesse seguire. A vero dire alcuni francescani di Fiandra accarezzavano la pazza idea che il papa fosse propenso a ritirare la sua bolla,2 in realtà invece un breve papale del 13 maggio 1569 dichiarò che qualora la bolla non fosse stata emanata, avrebbe dovuto esserlo allora: il papa confermavaia di nuovo e imponeva per sempre silenzio ai contradditori. Dal Granveila il Morillon ricevette lo spinoso incarico d’indurre l’incauto erudito all’abiura dei Suoi errori e di assolverlo dalle censure ecclesiastiche, nelle quali era incorso. Il 20 giugno 1569 Morillon cercò di disimpegnare il suo offi-zio. In principio Baio si meravigliò che per rimostranze presso il papa avesse dovuto attirarsi addosso pene ecclesiastiche; ma poi si inginocchiò per ottenere l’assoluzione. Quando però Morillon volle prima da lui l’abiura egli si si rialzò e dichiarò che avanti tutto gli si dovesse rimettere una copia della bolla, poiché questa stessa ammetteva che alcune delle proposizioni proscritte potevano difendersi « in rigore e secondo il senso proprio delle parole».4 Morillon rispose che la bolla non poteva consegnarsi nè a lui nè al partito avversario, perchè il papa intendeva di spegnere tutta la controversia. Baio replicò che udiva con sua grande soddisfazione la cosa, ma si lamentò che le proposizioni condannate fossero state largamente propalate dai suoi avversarii. Dopo lunga discussione Baio finalmente s’adattò all’abiura.4 Anche il provinciale dei Francescani di Fiandra, fra i quali il celebrato professore di Lovanio contava sempre numerosi seguaci,5 con decreto del 1° settembre 1569 obbligò i guardiani ad attuare l’espressa abiura.0 .Ciò non ostante la nuova dottrina non era ancora affatto superata. A Baio occorse lungo tempo per finire interiormente la 1 Le Baciielet II, 50. 2 Morillon a Granveila 20/21 marzo 1569, presso Pouixet III, 521. 3 In realtà la bolla non ammette questo, ma dice che le proposizioni sono rigettate ¡secondo il tenore delle parole e nel senso nel quale erano sostenute dai loro difensori : Quas quidam sententias, ... quamquam nonntillae aliquo pacto sustinéri possent m rigore et proprio verborum sensu ab assertoribus intento haeretieas et e. damnamus. La bolla è scritta senza segni d’interpunzione e Baio poneva una virgola dopo intento, sebbene essa evidentemente debba andare dopo possent, per cui in rigore ecc. spetta a damnamus. La controversia sul Comma Piumini si trascinò ancora a lungo. 4 Morillon a Granveila, 20 giugno 1569, presso Pouixet III, 607 ss. 5 Morillon, 26 settembre 1568, ibid. 369. 6 Le Bachelet II, 51. j