44 Fio V. 1566-1572. Capitolo 1 b. In conseguenza della sua mortificazione, leggiamo in un appunto basato su notizie precise,1 Pio V è quasi affatto senza passione, in che si distingue da tutti gli altri uomini. Nulla gli sta più a cuore che restituire alla Santa Sede la sua antica grandezza e il suo primiero splendore mediante il miglioramento dei costumi e l’eliminazione degli abusi. All’uopo nessuna fatica è per lui troppo grave, nessuna misura troppo rigida. Anche quando concede una grazia, egli, come un buon confessore, vi unisce sempre un’esortazione. Tosto che s’avveda in qualche cosa d’una profanazione delle cose sacre, lo prende una giusta collera; s’accende in faccia ed il reo deve sentire molto dure parole, ma questa escandescenza scompare subito ch’egli noti pentimento. Il papa però rimane inesorabile anche dinanzi alla più lieve offesa del precetto divino o delle prescrizioni e insegnamenti della Chiesa.2 Il rigore di Pio V in tutte le faccende della riforma, della giustizia e dell’inquisizione richiamava in memoria Paolo IV. Personalmente altrettanto pio che umile, altrettanto sobrio che severo, Pio V voleva molto anche dagli altri. Teneva principalmente a perfetta veracità: chi avesse detto una volta una bugia, perdeva per sempre il suo favore.s Vedeva volentieri che si parlasse coraggiosamente con lui e lo si facesse avvertito di sbagli ; non faceva caso di coloro che a tutto dicevano sì e lo adulavano.4 Ripetutamente dimostrò, che udiva volentieri anche amare verità.5 Urb. 10!,0, p. 170b, Biblioteca Vaticana; Tiepoi.o presso Mtjtinelli I, 53. Il 1° aprile 1569 B. Pia scrive : * « Dio benedetto sia lodato che da segno di voler sotto questo santo papa aiutar la sua navicella nel più tempestoso mare ». Archivio Gonzaga in Mantova1. 1 V. la Informatione delle qualità di Pio V in Anal. Bollanti. XXXIII, 192. Nell’occasione dell’infermità del segretario di Stato Bonelli un * Arriso di Roma del 12 luglio 1570 rileva con quale calma Pio V sopportasse casi avversi. XJrb. 101,1. p. 304, Biblioteca Vaticana. 2 V. la Information*: ecc. loc. cit. 193; Tiepolo 175 s.; Soriano 200; Catena 2S s. * « Il papa », riferisce a Firenze ai 7 di febbraio del 1567 Serristori, « è di natura molto sensitiva et in un' tratto si accende et viene in collera, poi facilmente, come vede V. E., si lascia piegare de un poco di humiltà et submissione» (Archivio di Stato in Firenze, Medie. 3287. p. 40). Cfr. anche le * relazioni dti C. Luzzara del 15 maggio e 12 giugno 1566, Archivio Gonzaga in Mantova, la »relazione di Arco del 18 maggio 1566 e di * Strozzi del 28 settembre 1566, Archivio di Stato in Vienna. 3 Soriano 201. Catena 31. 4 Arco ad esempio il 31 agosto 1566 * riferisce che allorquando in una dispensa si fece accenno all’assenso dei teologi, Pio V rispose « che molti tlieologi et canonisti erano adulatori de pontefici» (Archivio di Stato in Vienna). Cfr. anche Ciaconius III, 1014. Ai 25 di novèmbre del 1567 B. Pia * riferisce che il papa non faceva conto filcuno dei dottori (giuristi) e che si governava secondo le sue massime theologiehe (Archivio Gonzaga in Mantova). V. anche Santori, Autobiografia XII, 340. s Ar. l’episodio narrato da Cusano nella sua * lettera del 6 aprile 1566. Archivio di Stato in Vienna.