Gli Apostoli dell’Andalusia e della Corsica. 163 zioni somme di un’intiera catena di montagne, avverandosi però che in immediata vicinanza delle sommità del sacrifizio e dell’energia trovansi ancora i più profondi abissi della decadenza e della immoralità. Secondo la frase di Borromeo,1 nel secolo xvi il clero di Spagna principalmente si addimostrò il nervo della cristianità.2 Ad esso appartenne anche il semplice prete, che fino al pontificato di Pio V in volontaria povertà per quarant’anni pellegrinò quale predicatore da una città all’altra, producendo colla sua eloquenza miracoli di rinnovamento morale, Juan de Avila. In origine era stata sua intenzione d’andare missionario in America, ma a Siviglia, dove pensava d’imbarcarsi, quell’arcivescovo lo indusse a dedicarsi alla sua diocesi. L’eloquenza dell’Avila fluiva dalla sua anima. L’unica preparazione alle sue prediche consisteva nel meditarle la notte precedente in preghiera: dicevasi di lui che studiava coi ginocchi: alla domanda poi come si diventasse buon predicatore egli stesso rispose che dovevasi amare veramente Iddio. I suoi discorsi difatti, giusta la frase di un testimonio oculare, gettavano fuoco nel cuore degli uditori. Non soltanto il popolo comune accorreva a lui, ma anche nobili signori e dame sollevavansi dalla loro vita di peccato o dedicavansi a una condotta di alta perfezione. Nelle sue idee egli sotto molti aspetti incontravasi con Ignazio di Loyola da lui molto stimato. Anche Avila vedeva la base d’un duraturo rinnovamento della Chiesa specialmente nella istruzione della gioventù e del popolo e nella formazione di buoni preti. L’apostolo dell’Andalusia morì settantenne il 10 maggio 1569 a Montilla.3 Ciò che sì spesso s’avverò nell’opera dell’Avila, bastare cioè una leggiera scossa per suscitare una vita religiosa talora profonda in comunità all’apparenza del tutto depravate, esperimento anche un altro grande missionario del popolo, Alessandro Sauli, l’apostolo della Corsica, in un campo pastorale molto più negletto.4 Nato da nobile famiglia a Milano, il quindicenne Sauli un giorno, in vestito di stoffa d’argento, battè alla porta di quel convento di Barnabiti e chiese d’essere ricevuto nell’Ordine. Per provare la fer- 1 II clero ... di Spanna che è il nervo di tutta la cliristianità. Borromeo, 18 agosto 1565, presso Steinherz IV, 436. 2 Furono ritenuti degni della canonizzazione fra gli spagnuoli del secolo XVI : Giovanni di Dio (+ 1550), Francesco Saverio (f 1552), Tommaso da Villanova (f 1555), Ignazio di Loyola (f 1556). Pietro d’Alcàntara (f 1562), Francesco Borgia (f 1572)), Lodovico Bertrand (f 1581), Teresa (f 1582), Giovanni della Croce (f 1591), Pasquale Baylon (f 1592). 3 Beatificato da Leone XIII nel 1894. Ne scrisse la vita Luigi di Granata (Opere VI, Madrid 1787, 611 ss.). Altri lavori speciali in Kirchenletvikon di Friburgo la. 1766. i Vita del Gabuzio in Acta Sanct. Oct. V, 806-834. Cfr. S. Alessandro Saulir Note e documenti, Milano 1905. La sua corrispondenza con Bascapé fu edita da Pkemoli in Rir. di scienze storiche 1907 e 1908.