La questione dei nuovi vescovadi nei Paesi Bassi. 319 profondo malcontento per la soluzione del negozio delle dotazioni, che corroborava il potere regio e rendeva difficile ai figli dei grandi l’accesso alle sedi vescovili ed ai canonicati.1 Completi-mente misconoscendo i veri interessi della Chiesa e per cortezza di vista unicamente pensando al loro prossimo vantaggio, anche le abbazie, in quanto erano state toccate dalla bolla, lasciaronsi irretire nell’opposizione della nobiltà.2 Mediante l’affermazione, affatto falsa, che coll’erezione dei nuovi vescovadi volevasi introdurre l’inquisizione spagnuola mortalmente in odio presso tutti i neerlandesi, si riuscì ad attirare finalmente nel movimento anche i larghi strati della popolazione. Non soltanto gli elementi propensi alla novità religiosa, che a ragione avevano da temere una aumentata vigilanza da parte dei vescovi, ma anche i neerlandesi fedeli alla Chiesa si inquietarono perchè a danno dei loro diritti locali li si volesse costringere a una istituzione spagnuola.3 Specialmente opposero violenta resistenza gli stati del Brabante, i quali dichiararono che l’incorporazione delle abbazie urtava contro il loro principale privilegio, la joyeuse entrée.4 I diavoli del Brabante, come diceva Filippo II, trovarono rapidamente imitazione nelle altre province. In molti luoghi si scese ad eccessi. Lo stesso Granvella dovette contenersi con grande circospezione prima di poter fare il suo solenne ingresso a Malines come arcivescovo. Parecchi dei nuovi vescovi parte non poterono affatto, parte solo dopo lunghe o brevi lotte poterono arrivare al possesso delle loro diocesi.5 Ebbe parte decisiva nell’indecente soluzione della questione dei vescovadi il Granvella, nominato cardinale ai 25 di febbraio del 1561.e Ciò gli fruttò l’odio del partito nobiliare dell’opposizione guidato dall’Orange tanto più perchè esso riconosceva in lui, affatto ingiustamente, il più oculato rappresentante delle tendenze monarchiche e l’appoggio principale di Filippo II. La caduta di lui divenne perciò il suo scopo prossimo ed i « signori » trovarono in ciò un potente alleato nel movimento calvinista esten-dentesi dalla Francia ai Paesi Bassi. Si eccitò il popolo con tutti i mezzi: opuscoli in lingua francese e fiamminga dileggiarono il cardinale siccome il « diavolo rosso », che voleva annientare la libertà del paese mediante l’inquisizione e i nuovi vescovadi e 1 Vedi Marx, Studien 207 ss. ; Rachfahl II 1, 147 s. 2 11 Granvella disse che Donai come Bruxelles erano cosi cadute nella trappola. Vedi HoT.zwAirm I, 80 s. 3 Vedi Marx, Studien 218 ss. 4 Vedi Bachfahx. II 1, 151 s., 155. 5 In più di un luogo erano appena sicuri della vita, dice Havensius, Com-ment. de erectione novormn in Belgio episoopatum, Col. Agripp. 1009, 20 s. tir. Holzwarth I, 85 s. ; Rachfaht, II 1, 235 s. 0 Vedi Raciifaht. in Westdeutschc Zeitschrift XXII, 87 ss.; XXIX, 308 s.