Atteggiamento verso l’arte antica. 79 luogo pubblici spettacoli, cosa, che, secondo la persuasione di Pio V, disdiceva al palazzo del capo della cristianità.1 Il Colosseo e gli archi trionfali rimasero del tutto intatti. Ed anche della scintillante magnificenza marmorea, con cui i papi del rinascimento avevano ornato il Vaticano, rimase ben molto all’ammirazione dei futuri visitatori; così principalmente tutta la famosa corte delle statue, le cui ben chiuse antichità stava.no sotto la custodia di Michele Mercati, medico del papa e direttore del giardino botanico creato da Pio V sul colle Vaticano.2 Da questi fatti risulta che è ingiustificato il biasimo che si fa a Pio V d’essere stato semplicemente un nemico delle antichità.3 Data la grande rigidità morale del papa sarebbe invero stato possibile ch’egli, come già prima visitatori nordici di Roma,4 avesse preso scandalo delle molte statue nude, ma non si ha testimonianza in proposito ed anzi dal fatto che Pio fece dono di tali statue ai romani come a cardinali5 e principi6 perchè le esponessero nei i * « La destrutione del teatro di Belvedere si ridurà a questo clie quelle scale si levino via tutte et che si facino stanze habitabili acciò non ci resti voinodità di far spettacoli publici». * Avviso di Roma del 16 aprile 1569, Crìi. 10J/1, p. 54b, Biblioteca Vaticana. • Vedi Michaelis, Statuenhof 44. Servi da modello al giardino botanico quello di Cosimo I ; vedi Retjmont, Toskana I, 273. 3 Recentemente la cosa è stata giustamente rilevata da Hülsen (Göttino. Gelehrte Anzeigen 1914, n°. 5, p. 271, n. 3). 4 A questo riguardo sia ricordato il giudizio fino ad ora del tutto inosservato, ma molto caratteristico, che trovasi in una lettera dell’arcivescovo di tpsala.Olao Magno all’Hosio in data di Venezia 8 giugno 1552. In essa il rigido figlio del Nord biasima il libero indirizzo del Cardinal Crescenzi : « mentre egli viveva io vidi nel suo palazzo a Roma fauni, satiri e nudità femminili, come se la carne ribelle non avesse forza sufficiente a indurre la debole natura umana in mille immagini e pericoli malvagi». Hosn Epist. II, 211. 5 II cardinale Ricci ottenne nell’agosto 1569 i busti, statue e bassorilievi fino allora esistenti tuttavia nella Villa di Giulio III; egli li inviò a Firenze; v. * Avvisi di Roma del 6 e 13 agosto 1569 («Il residuo delle statue della vigna di Giulio III, che ha, liavuto il card. Montepulciano, si mandano a poco a poco al duca di Firenze et alcune sorte di pietre mischie bellissime »), ic ruta Hadrians bei Tivoli, Berlin 1895, 5); v. in App. n. 57 la »relazione di Cusano del 18 dicembre 1568, Archivio di Stato in Vienna. Andarono a Firenze nel 1570 anche i due esemplari del gruppo di Pasquino ch’erano stati trovati presso il mausoleo d’Augusto e fuori Porta Portese. Vanno qualificati siccome la scoperta più Importante d’antichità del tempo di Pio V i monumenti e iscrizioni dei fratelli Arvali venuti alla luce nel 1570 fuori Porta Portese e che in parte pervennero nel museo di Fulvio Orsini ; vedi Henzen, iofo (1874). Un * Avviso di Roma del 25 ottobre 1569 narra d’un ritrovamento-(l’antichità avvenuto in modo curioso nella città : * « L’orso del card. Orsino,. 6 Vedi nota 1 a pagina seguente.