12 Pio V. 1566-1572. Capitolo 1 a. clave precedente, così ajiche ora — tale la sua dichiarazione — non desiderava se non di vedere eletto un papa, che avesse zelo per l’onore di Dio e prendesse in considerazione il bene generale della cristianità, l’eliminazione della scissione religiosa, la riforma della Chiesa ed il mantenimento delle, pace fra i principi cristiani e specialmente in Italia. Non volere qualificare come a lui gradito alcun cardinale perchè, giusta l’insegnamento dell’esperienza, con ciò si porterebbe malcontento nel Collegio degli elettori mentre sarebbe ajiche di suo genio un papa, che andasse bene pel meglio della Chiesa. Pacheco e Granvella, qualora fossero già arrivati a Roma, potrebbero adoperarsi perchè i voti non si disperdessero. L’ambasciatore si mantenga in stretto contatto con Farnese e col duca di Firenze : aggiungeva lettere particolari per Marco Sittich e Serbe!Ioni. Vitelli aveva offerto al re i suoi servigi : il cardinale avrà ocasione nella prossima, elezione di manifestare il suo sentimento. Doversi escludere dall’elezione Ferrara e tutti i francesi. Una particolare lettera del re raccomandava alPambasciatore speciale circospezione a riguardo del Morone: meglio forse sarebbe chiudergli la strada alla dignità papale.1 La lettera di Fliippo non arrivò che dieci giorni dopo l’inizio del conclave: fino allora quindi i cardinali spagnuoli avrebbero potuto prendersi in ogni caso la libertà di seguire indisturbati il loro proprio giudizio, ma le concezioni di fedeltà medioevale al re erano sì profondamente passate in carne e sangue negli uomini di quell’età, che quei cardinali appena godettero di questa libertà ed anzi sollecitarono per tutti i modi istruzioni regie. Pacheco, che alla morte di Pio IV si trovava, a Firenze, alla notizia del decesso scrisse immediatamente a Filippo che inviasse a Roma il Requesens. Quando il Pacheco ritornò a Roma gli altri cardinali spagnuoli avevano già interrogato Pedro de Avila sulla volontà del re ed allora chiesero più particolari informazioni anche da Pacheco: poiché l’uno e l’altro dovettero confessare la loro ignoranza, si scrisse con tutta sollecitudine a Requesens, il quale non poteva più arrivare prima dell’inizio del conclave, che comunicasse per iscritto ciò che dopo la chiusura dei cardinali in conclave non poteva più far conoscere oralmente.2 Pacheco anzi nella sua lettera al re3 arrivò persino alla seguente dichiarazione: fra i castighi, che Iddio ci commina, è quello che a Vostra Maestà ed al consiglio regio paia grato a Dio l’abbandonarci alla nostra libertà; però se sarà eletto un papa non idoneo 0 non veramente cristiano, io ritengo certo che quanto rimane ancora in piedi del cristianesimo precipiterà. E poiché a.nche Requesens frattanto non 1 Corresp. dipi. I, 57 11. 2 A Filippo II, 20 dicembre 1565, Corresp. dipi. I. 51 s. ; cfr. 60 s. 3 Ibid. 54.