Pio V promuove la riforma nell’impero. 465 che nella dieta augustana del 1566 attuò un’organizzazione del partito cattolico e l’accoglimento dei deliberati conciliari da parte degli Stati cattolici dell’impero,1 ponendosi con ciò un solido fondamento alla riforma della Germania secondo lo spirito cattolico, pur manifestandosi in breve qual grande passo ci fosse ancora dall’accoglimento in linea di principio di quei deliberati alla loro attuazione. Una delle prime difficoltà era connessa all’emissione della professione di fede tridentina, che il papa doveva esigere dai nuovi vescovi. In considerazione della infelice situazione finanziaria, in cui essi trovavansi, Pio V liberò immediatamente la via quanto alle annate: subordinando ogni cosa temporale alla spirituale egli si contentò per Treviri d’un quinto mentre, a quanto pare, voleva anzi condonare tutto alla chiesa di Colonia. Ma precisamente Federico von Wied, l’eletto ad arcivescovo di Colonia, si rifiutava a prestare il giuramento anche dopo che l’avevano emesso l’arcivescovo di Treveri Giacomo von Eltz ed i vescovi suffraganei di Federico, Giovanni von Hoya, vescovo di Osnabrück e Münster e Gerardo Groesbeek di Liegi. Alla fine Federico von Wied preferì rinunziare.2 Nell’elezione del successore, il conte Salentin von Isenburg, il capitolo della cattedrale di Colonia accolse nella capitolazione elettorale il deliberato che l’arcivescovo dovesse fare la professione di fede del concilio tridentino qualora il papa lo volesse. Quando ciò non ostante Salentin non compì la cosa, la Santa Sede gli rifiutò la conferma.3 Con eguale risolutezza Pio V insistette perchè conforme alla bolla del suo predecessore la professione di fede tridentina venisse fatta anche dai professori cattolici.4 La severità, colla quale il papa procedette in questa questione, mostra quanto bene egli vedesse nelle cose tedesche. Là pure la Chiesa era minacciata dal più grave pericolo da quegli ondeggianti, che avevano tuttavia conservato un certo attaccamento ad antichi usi cattolici, ma s’erano già alienati dall’intima natura della Chiesa e da molte delle sue dottrine. Da questi fiacchi mezzo cattolici partivano le lagnanze sull’ imprudenza e lo zelo eccessivo del papa, delle quali si fece portavoce Massimiliano II dicendo che quel papa cominciava ogni dì (alcunché di nuovo e metteva tutto sottosopra.5 Cattolici di simil fatta erano specialmente numerosi a Cleve nella corte del duca Guglielmo. Con spirito cavilloso e mal talento essi osservavano Pio V, le cui riforme a loro vedere non 1 V. sopra, p. 441s. 2 V. Forschungen zur deutschen Geschichte XIII, 358 s.; Lossen 4 t,. ■' Vedi Lossen 27 s.; Schwarz, Briefwechsel 143 s. 4 V edi Bbaunsberc.er, Pius V. 13 s. 5 V. Yenez. Depeschen III, 443. Pastor, Storia dei Papi, Vili. 30