Peggioramento delle condizioni fisiche del papa (principio del 1572). 581 tembre Zuniga dà notizia del buono stato di salute del papa.1 La domenica 28 ottobre il papa celebrò in S. Pietro la Messa di ringraziamento per la vittoria di Lepanto, il lunedì intervenne alle esequie pei caduti nella battaglia e il mercoledì compì il pellegrinaggio alle sette basiliche di Roma.2 Anche l’inverno 1571-72 passò in principio in modo soddisfacente. Pel Natale Pio V intervenne alla Messa di mezzanotte, disse due Messe basse, distribuì ai suoi famigliari la santa comunione e finalmente tenne anche il pontificale in S. Pietro.3 L’8 gennaio 1572 ricomparve l’antico male della pietra,4 ma il pericolo passò. Alla metà di marzo il male riapparve all’improvviso molto violento.6 II papa cercò un mitigamento a mezzo d’una cura con latte d’asina: in realtà questo rimedio, che nel passato gli aveva spesso giovato, portò un lieve miglioramento, ma intaccò talmente il suo stomaco, che egli non poteva più digerire cibo alcuno. Vi si aggiunse che il papa digiunava troppo rigidamente per la sua età e che s’affaticava eccessivamente nell’esercizio dei suoi doveri d’ufficio.6 Ne conseguì naturalmente una grande debolezza. Alla fine di marzo la maggior parte dei medici opinava che il papa potesse vivere al più altri pochi mesi.7 Solo i più intimi famigliari, avanti tutti Rusticucci e Bonelli, ritornato il 4 aprile dalla sua legazione, avevano ora accesso al malato,8 che non potè intervenire alla Messa pontificale per la Pasqua (6 aprile). Volle però, sebbene soffrisse grandi dolori, impartire al popolo romano la solenne benedizione. A tale notizia accorse 1 V. Corresp. dipi. IV, 431. 2 V. gli * Avvisi ili Roma del 18 luglio e 31 ottobre 1571, Uri). 1042, p. 90, 141, loc. cit. s V. * Avviso di Roma del 29 dicembre 1571, Uri). 1042, p. IfiSb, ibid. * V. Corresp. dipi. IV, 609. s Nel racconto della malattia e morte io prescindo da tutti i posteriori abbellimenti e mi attengo alle relazioni dei contemporanei, in primo luogo degli ambasciatori. Da uno di essi proviene anche la Relatione scritta il 3 maggio 1572, immediatamente dopo la morte, sull’infermi-tà et morte di Pio V pubblicata da van Ortkoy in Anal, Bollami XXXIII, 200 s., dai Varia polit. del-l’ArcMvio segreto pontificio. Altre copie di questa Relatione ibid. in Cod. Bolognctti 107 e nel Cod. Vat, lat. 7484, p. 142s., Biblioteca Vaticana, nella Biblioteca di Berlino, Inf. polit. 26, nel Cod. ital. 203 della Nazionale dd Parigi, nel Cod. 507. p. 2s. della Biblioteca di Tolosa e nel Cod. 6325 della Biblioteca di corte in Vienna. Molto diffuse sono le numerose * relazioni dell’inviato bolognese Vincenzo Matuliani nell’Ar-chivio di Stato in Bologna. o V. la * relazione di V. Matuliani del 26 marzo 1572, Archivio di Stato in Bologna, 7 V. le relazioni di Ziinigai del 29 e 30 marzo 1572, Corresp. dipi. IV. 711,718. s Ofr. la * relazione di Arco del 5 aprile 1572 (Archivio di Stato in Vienna), che notifica tutte le lozioni colle quali si cercò di giovare all’infermo. V. anche la * lettera tìi Zibramonti del 29 marzo 1572, Archivio Gonzaga in Mantovai. Sulle preoccupazioni della corte fiorentina vedi Palamiri 165 s.