Le trattative su una lega fra Spagna e Venezia. 53? ziana e pontificia. Gli spagnuoli dichiararono di dovere per ciò attendere il comando di Filippo II, che però sarebbe arrivato solo per la festa di S. Giacomo. Le trattative sulla lega si differirono sino a quel momento. Il 22 luglio si seppe che Venezia aveva acconsentito alla nomina di Don Juan a generalissimo dell’armata :1 il 26 si potè presentare al papa il progetto della lega modificato in molti punti. Pio V non rinunciò alla speranza di un buon esito, benché anche allora una serie di difficoltà non fosse risoluta. Ad esempio gli spagnuoli insistevano perchè negli anni seguenti si dovesse adunarsi in autunno e deliberare se la guerra dovesse proseguirsi nella primavera e con quali forze militari. La repubblica di Venezia vi si oppose poiché sospettava che in questa guisa Filippo II mirasse a tenere sempre aperto l’occhio sulla politica della Signoria. Inoltre non si era raggiunto l’accordo su quanto il papa dovesse contribuire o su quanto di questa somma dovessero ancora assumersi la Spagna e Venezia. Era rimasta insoluta anche la questione se la lega dovesse essere semplicemente offensiva contro i Turchi o se si dovesse calcolare in generale sull’aiuto vicendevole nelle imprese di ognuno. Gli spagnuoli aspettavano inoltre ordini precisi del loro re su chi dovesse rappresentare per mare l’assente generalissimo dell’armata. Per le truppe di terra il Soriano aveva proposto come comandante supremo Sforza Pallavicini. Anche su questo gli spagnuoli attendevano una speciale istruzione. Essi chiesero inoltre tempo per riflettere sul come si dovessero ripartire le conquiste. Finalmente vi fu anche disparità d’opinione circa la questione, se censure ecclesiastiche dovessero colpire chi tradisse la lega. Soriano volle trattare questo punto prima col papa, osservando però che chi non aveva sentimento d’onore e abbandonava la lega non avrebbe temuto neanche le censure. Colla sua opposizione in questa questione egli alimentò la diffidenza da parte degli spagnuoli. Il nunzio a Venezia credeva che da ultimo tuttavia la Signoria cederebbe riguardo alle censure: nel contempo informava, quanto fermamente si credesse a Venezia che Filippo fosse avverso ad ogni offensiva contro i Turchi.2 Speciali difficoltà procurò la posizione di Ragusa rispetto alla lega. Questa piccola repubblica, in buona vista presso Pio V per il suo contegno cattolico, durante la guerra della lega sotto Paolo III aveva dovuto soffrire molto, perchè gli alleati non si erano obbligati a garantire la neutralità di Ragusa in conformità del trattato. Essa perciò aspirava ora ad ottenere la garanzia della sua neutralità e dell’integrità del suo territorio. Venezia, 1 Vedi la «relazione di Arco del 22 luglio 1570, Archivio di Stato in Vienna. 2 Vedi Valensise 71.