Nessuna speranza per la Chiesa nella corte di Francia. 365 600-700 abbazie ed altrettanti priorati e così, senza aprire la sua borsa, pagare i suoi debiti, rimunerare i suoi grandi e dotarne le figlie. L abuso svolto in questa maniera è salito talmente che alla corte francese si tratta di vescovadi e abbazie come altrove di pepe e cannella. Il disordine è così manifesto che ognuno ne scrive e confessa che qui sta la radice del male. Tutte le promesse della regina di ovviare all’abuso si sono dimostrate vuote parole.1 Sìmili promesse furono fatte anche nel 1572 al cardinale Bo-nelli, ma non intervenne un cambiamento. Poiché era legato dal concordato, al papa, perchè la situazione non peggiorasse d’av-vantaggio, non rimaneva altro che aspettare.2 Ove però potesse elevare protesta con speranza di successo, egli rifiutava la conferma d’uno nominato dal re.3 Che nulla affatto fosse da sperarsi dalla corte francese per l’interiore trasformazione della Chiesa di Francia fu dimostrato ancor più chiaramente dalla parte da essa presa a favore dei vescovi deposti per eresia e del già cardinale Chàtillon, ch’era passato apertamente fra i calvinisti ed aveva preso moglie il 1° dicembre 1564.4 L’azione del papa contro questi prelati dimentichi dei loro doveri era sì pienamente giustificata dal punto di vista cattolico, che a ragione dovevasi attendere l’ausilio del figlio primogenito della Chiesa.5 Ma per costui le così dette libertà della Chiesa gallicana e i suoi scopi politici erano superiori ed egli gettava dietro le spalle tutte le rimostranze del papa. Pio V tuttavia non s’intiepidì. Anche in un breve del 14 ottobre 1570 egli deplorò 1’« ignominia », che tenesse ancora il vescovado di Valence Jean de Montluc deposto nel 1566.6 II nunzio Frangipani disse in faccia al re Carlo IX, a proposito della parte da lui presa a favore del Chàtillon, che così egli s’esponeva al pericolo d’incorrere nella voce di re scismatico.7 • Allo spaventoso danno recato alla Chiesa cattolica di Francia da questa condotta del governo andavano aggiunte le enormi perdite materiali infertele dalle guerre di religione. A giudizio d’un ambasciatore, in 10 anni non si sarebbe potuto ricostruire il 1 Vedi COUKERO 192 s. 2 Cfr. A. Contarint 251, 267 ; Turke 24. 3 Un esempio presso Laderchi 1569, n. 149. 4 Cfr. Mekki; Coligny 342. 5 Giudizio di Polenz (II, 301). 8 Questo ** breve esistente nell’Ar ch'ivi o segreto pontificio e sfuggito a Gegkiìt (p. 105). , , „ 7 * « In quel di Ciattiglione mi sono aperto a dirne amorevolmente al ile ansino al pericolo che incorre di acquistarsi nome di Re scismatico in vece di mel che ha di Christianissimo ». Lettera da Parigi 30 settembre 1570, A unstat. 4i Francia IV, 48, Archivio siegreto pontificio.