Chiamata dell’Ormaneto a Roma. 95 ostante il suo zelo per l’osservanza della residenza da parte dei vescovi, solo a malincuore e sotto la condizione di sollecito ritorno nell’autunno, Pio V aveva finalmente dato la licenza al cardinale di Milano di recarsi nell’aprile 1.566 alla sua sede vescovile1 ed anche più tardi si ripetè la voce che a dispetto della sua ritrosia il Borromeo verrebbe richiamato a Roma.2 Quasi per crearsi un compenso in luogo del cardinale di Milano, subito dopo la partenza di questi da Roma Pio V chiamò presso di sè quell’uomo, che fino allora era stato il braccio destro del Borromeo nella riforma della sua archi diocesi, Nicolò Orma-neto,3 un prete veronese della scuola di Matteo Giberti. Dopo profondi studìi, specialmente nel diritto, Ormaneto aveva dapprima governato la parrocchia di Bovolone come arciprete. Quando poi nel 1553 fu mandato legato in Inghilterra, il cardinale Pole si scelse a compagno l’abile uomo, se ne servì per importanti missioni presso il papa e l’imperatore,4 oltre che nella riforma del clero inglese e dell’università di Oxford.5 Morto il Pole l’Ormaneto avrebbe potuto ottenere l’arcivescovado di Avignone, ma preferì ritornare semplice pastore d’anime alla sua parrocchia di Bovolone. In breve però quell’uomo capace dovette scambiare con una più splendida questa modesta attività. Il suo vescovo Na-vagero lo prese con sè al concilio di Trento ; quando trattossi di trattenere Alberto V duca di Baviera da passi precipitati relativamente alla comunione sotto ambe le specie, il malagevole compito fu affidato all’Ormaneto, che l’eseguì felicemente.0 Come attesta il Valier, successore del Navagero, egli si acquistò poi meriti importanti nel sinodo diocesano, che fu tenuto a Verona dopo la chiusura del concilio ecumenico. Il cardinale Borromeo chiese quel discepolo, prudente ed esperto del mondo, del suo modello Giberti per tenere anche a Milano un sinodo diocesano e iniziare colà la riforma ecclesiastica. 1 Bascapè loc. cit. « Il Papa fa difficoltà dare licentia al Cardinal de venire a Milano et lo tiene occupato nele sue facende et negotii et dic[onoj che egli è uno Angello... E1 cardinale Borromeo viene ogni giorno apresso questa corte in magior reputatione, stimandolo che possa ciò che vuole dal Papa e così voresse domandare come haveria, ma lui fa con questo come faceva ancora con il suo passato». Camillo Borromeo a Cesare Borromeo, in Arch. stor. Lomb. 1903, 361. Borromeo partì da Roma l’il marzo 1566 (* Avviso di Roma del Iti marzo 1566, Urb. 101,0, p. 194, Biblioteca Vaticana), arrivò a Milano il 5 aprile (Spkotte 2). 2 * Avviso Ai Roma del 12 novembre 1569, Urb. 101,1, p. 152, Biblioteca Vaticana. Cfr. San Carlo 113, 224. 3 Cfr. F. M. Cari-Vi, Monsignor V. Ormaneto, Roma 1894. C. Robinson,. Vie. Ormaneto, London 1920. 4 Cfr. il nostro voi. VI, 192, 195, 507. 5 Carini 6. 8 Cfr. il nostro voi. VII, 349 ; Susta. IV, 23 s., 28, 118.