162 Pio V. 1566-1572. Capitolo 2 li. testarono i principi. L’agente mantovano a Roma scrisse al duca di Mantova che contro tali diritti di patronato il papa era così prevenuto, che non se gliene poteva neanche parlare; non esservi speranza di fargli cambiar sentimento ove si trattasse della libertà della Chiesa.1 Cortesemente, ma fermamente egli respingeva le lagnanze dei principi. 2 h. Fu una doppia fortuna per la Chiesa che sulla via verso un rinnovamento generale essa avesse trovato nel suo capo un condottiero così saggio ed energico e che questo condottiero si fosse presentato proprio al giusto tempo. Nei giorni d’un Adriano VI anche ad un’aquila come Pio V sarebbero certamente state legate le ali, ma ora le vie erano preparate specialmente mercè le fatiche e i sacrifìci di quei grandi uomini, che seppero colla fondazione dei grandi Ordini di riforma moltiplicarsi in più o meno fedeli copie. Oltracciò il grande papa della riforma trovò anche tra i suoi contemporanei uomini di simile taglio. Lavorava in tutta sua prossimità al rialzamento morale dell’eterna città Filippo Neri colla schiera dei suoi discepoli.3 Nell’alta Italia precisamente sotto Pio V il grande arcivescovo milanese cominciò coi suoi concilii a diventare il legislatore per la disciplina della Chiesa intiera. La Germania aveva il suo Pietro Canisio, la Francia almeno il suo Cardinal di Lorena e Possevino. Questi nomi designano veramente le cime più alte, che, visibili ad ogni occhio, splendono anche fino alle più grandi distanze, ma, osservando più da presso, lo storico riconosce che essi non furono isolati e soli, ma rappresentano soltanto le eleva- dueum et regum, che sono ex privilegio, onde il re (li Portogallo havrà qui die fare» (B. Pia al vescovo (li Mantova, 17 settembre 1567, Archivio Gonzaga in Mantova). *11 papa ha abolito tutti i diritti di patronato tsalvo quelli ex fundatione et dotatione (Arco. 13 dicembre 1567. Archivio di Stato in Vienna). "Abolizione del diritto (li patronato portoghese con breve del 7 febraio 1567, Corp. dipi, l’ortuy. X, 237. * Arco, 23 agosto 1567, Archivio di Stato in Vienna; cfr. * Arco, 23 e 29 marzo 1567, ibid. ;V. anche Acta consist. card. Famcs. al 7 febbraio 1567, presso Laderoiii 1567, n. 14. 1 * « Il cardi“ mi replicò ch’egli credeva che tutto questo fosse vero et che avrebbe anco fatto opera (lì farne capace N. S., ma che sapesse certo che S. Stà stava tanto mal disposta contra questi iuspatronati che restava offeso solo a sentirne parlare, ©t che difficilissima cosà, per non dire impossibile, pareva a lui che fosse il sperare di poter vincere il Papa in queste materie ne le quali si tratta de la libertà de la chiesa » Luzzara al duca di Mantova, 12 giugno 1566, Archivio Gonzaga in Mantova. 2 Due lettere al cardinale di Lorena e sua madre Cristina del 16 ottobre 1567, presso Laderchi 1567, n. 15 s. ; due altre a re Sebastiano ed al cardinale Enrico di Portogallo, del 27 ottobre 1567, ibid. n. 17 s. 3 I particolari nel volume seguente.