Attività del Borromeo per la restaurazione cattolica in Isvizzera. 489- naie Burali. Prima di tutto, vi si dice, mandi il papa un nunzio nella Svizzera, il quale non dovrebbe occuparsi di politica, ma dedicarsi unicamente alla cura delle cose spirituali. Egli dovrebbe in modo abile ammonire i signori svizzeri, che essi, nonostante il loro rispetto per il concilio, così spesso affermato, non osservano le sue decisioni nella questione delle prebende: forse si potrebbe poi conseguire, che essi si accontentassero del diritto di proposta alle prebende e riconoscessero che il vero conferimento dipende dall’autorità ecclesiastica. Per ciò che riguarda il clero, solo dai giovani ecclesiastici potersi attendere un intimo mutamento: potersi però facilmente porre fine ai disordini, che si manifestano esteriormente.1 Essere affatto necessario all’uopo un unico procedimento in tutte le parti della Svizzera, perchè fintante che la riforma si introduce solo in singoli distretti, gli incorreggibili potrebbero schivarla rifugiandosi in altre contrade. Doversi pertanto procedere rigorosamente, anche col pericolo che taluni per disperazione passino poi agli eretici, poiché in fondo è meglio per il bene comune essere liberati da tal gente. Un altro mezzo per preparare migliori condizioni essere la fondazione di un seminario per la Svizzera, che potrebbe essere facilmente mantenuto dalle ricche badie e dovrebbe affidarsi ai Gesuiti: il luogo più adatto essere Lucerna. Finalmente erigere a Costanza un collegio diretto da Gesuiti. Per l’avvenire questi progetti si manifestavano della massima importanza, ma frattanto si opponevano alla loro esecuzione impedimenti insuperabili.2 II papa dapprima non riuscì a trovare una personalità adatta per la carica di nunzio in Isvizzera. Nell’aprile 1571 il Lussy propose al cardinale Borromeo che Pio V indirizzasse ai sette Cantoni cattolici un breve sull’invio del nunzio per conoscere il loro sentimento. Il breve3 giunse, ma i sette Cantoni cattolici non risposero, bensì inviarono nel novembre 1571 un messo a Roma, in seguito alle dichiarazioni del quale Pio V rinunciava all’ invio di un nunzio.4 Anche le trattative circa la fondazione di un istituto per la Svizzera tedesca si trascinarono ancora molto in lungo.5 II papa dovette appagarsi di far educare 1 Un anno prima della visita del Borromeo il consiglio di Lucerna aveva fatto pervenire ai Francescani del luogo una * riprensione per la vita scandalosa; v. Ratsprotakolle XXVII, 493b, Archivio di Stato in Lucerna. 2 Reinhakdt-Steffens, Einl. cccxxx ss. 3 Del 9 giugno 1571, ibid. Doleum, 49. 4 Aleiatì a Borromeo, 9 febbraio 1572. presso Reinhakdt-Steffens ibid. o->. « S. Stà essendosi avveduto molto bene della loro intrinseca voluntà et del fiue, al quale tendono, m/ha detto essersi risoluta di non mandarli per hora Xuntio alcuno », perchè se ci fosse un nunzio nella Svizzera, non si potrebbe Pili passar sopra le usurpazioni degli Svizzeri. 6 Reinhakdt-Steffens, Einl, cccxxxvii.