La rivoluzione nei Paesi Bassi. 321 gedia. Vide egli infatti entro breve tempo effettuato ciò che aveva voluto : lo scoppio d’una tempesta rivoluzionaria, che doveva spianare la via ai suoi progetti. Già nell’estate del 1565 il conte Ludovico di Nassau, fratello dell’Orange che non smentiva la sua confessione protestante, aveva avviato segrete trattative per la fondazione d’una lega dei nobili. Ai primi di dicembre 1565 intervenne in tutta segretezza a Bruxelles il così detto compromesso dei 20 nobili diretto contro il mantenimento degli editti e l’introduzione, che pretendevasi progettata, dell’inquisizione spagnuola. Il protocollo del compromesso evitò accuratamente qualsiasi frase offensiva pei cattolici, e così si spiega che fra i molti, i quali aderirono alla lega, ci fossero anche numerosi cattolici, che non pensavano a distaccarsi dall’antica Chiesa e volevano soltanto fare opposizione al sistema della corona.1 I veri autori del compromesso però fin dal principio ebbero pel capo piani molto più lungimiranti : avevano concepito una rivolta contro il principe.2 Alcuni dei congiurati volevano attaccare presto, ma alla loro guida, l’Orange, non parve ancor giunto il momento opportuno. Al fine di esercitare forte pressione egli preparò in primo luogo una petizione in massa : addì 5 aprile 1566 sotto la guida di suo fratello Lodovico di Nassau e di Brede-rode comparvero dinanzi al castello di Bruxelles 400 nobili e presentarono alla reggente una «supplica», la quale, ad evitare una rivolta, chiedeva la sospensione degli editti e dell’inquisizione fino a che prendessero altre disposizioni gli stati generali da convocarsi dal re.3 Di fronte a questa manifestazione la go-vernatrice abbassò le armi promettendo mitigazione degli editti, contribuendo a determinarvela il fatto che le pretese dei nobili, dei gueux, come erano detti, erano approvate quasi da tutti. Che quasi tutto il paese stesse dalla parte della nobiltà fu in gran parte conseguenza d’un’agitazione altrettanto abile che priva di scrupoli, che in pasquinate e libelli esagerò4 smisuratamente il numero delle vittime dell’inquisizione e, svisando il vero stato 1 Verli PiKKRNE III. 557 ; Rachfahi, li 2, 547 ss., 500 s., 565. 2 Vocìi Ritter in Histor. Zeitschrift LVIII, 426. 3 Vedi Blok III, 41 s. 4 Sulla base dei dati di Guglielmo d'Orange nella sua apologia e in seguito a una frase di'Ugo Crozio il numero dei giustiziati dall’inquisizione nei Paesi P.assi fu calcolato in 50,000 ed anzi 100,000. Le nuove indagini hanno rettificato questa ammissione nel senso che col conto più alto non s’arriva, a 2.000 persone uccise per pertinacia nelle eresie. Vedi W. Wrr.DE Merkwaar-dige cijfers betreffende de GeloofsvervoIgin-gen in Nederland tijdens de IGe eeuw, Utrecht 1893, 37s.; Olaessens, L’imquisitUyn dans les Pays-Uas, Turnhout 1SS6, 259s.; y. d. Haeghen, Du nornbre des protestanti executes dans les Pays-Hen. 1889; Rutgers, Oalvyns inrloed op de Reformatie in de Nederlanden 141s.; Hoog, Onze Martelaars in Nederl. Arch, voon hoekgesch. I, Leyden 1899, 82 ss. Pastor, storia dei Papi, Vili. 21