566 Pio V. 1566-1572. Capitolo 9 d. fece venire il suo capitano da Marino a Roma, dove dimorò fino al dì seguente in Vaticano.1 Vario e vivace movimento era allora nell’eterna città; ogni giorno arrivavano nuovi combattenti dalla battaglia di Lepanto con prigionieri e altro bottino, specialmente vessilli turchi, i cui brani venivano mostrati come reliquie.2 1 V. * Avviso di Roma del 24 novembre 1571, loc. cit. e la * relazione di Areo dello stesso dì, Archivio d,i /Sitato in Vdq'nna. 2 V. gli * Avvisi di Roma del 3 e 22 novembre 1571, Urb. 101$, p. 146, 159b, Biblioteca Vaticana. In più (luoghi si conservano ancora a Roma vessilli turchi della battaglia di Lepanto, come nel coro di S. M. Maggiore, nel coro di S. M. Araceli e presso l’altar maggiore di S. M. della Vittoria (quest'ultimo chiuso dopo il restauro del 1888 con cinque bandiere cristiane in uno stipo) ; cfr. Mem. stor. d. mirao. imag. d. iliaci, d. Vittoria, Roma 1881. Una delle bandiere conquistate fu mandata da Pio V a Sutri nella chiesa di S. Tolomeo (un tempo chiesa dei Domenicani, ora del Seminario). Vessilli catturati dai veneziani ornano la sala delle armi dell’Arsenale di Venezia (cfr. G. de Lucia, La sala d’armi nel Museo dell’arsenale Idi Venezia in Riv. mariti. 190S). La bandiera del contingente del duca di Savoia a Lepanto si trova nella chiesa del convento di S. Domenico a 'Torino (vedi deix’Acqua 82), quella degli archibugieri di Sardegna a Cagliari (v. Areh. stor. Napolit. XXXIV, 544). Per lo stendardo di M. A. Colonna a Gaeta v. sopra, p. 531. Secondo Gkegoeovius (Wanderjahre IV3, 362) M. A. Colonna collocò trofei della guerra turca nel castello degli Orsini ad Avezzano. La bella croce donata da Pio V a Don Juan quando partì per la guerra, si trova ora nella sagrestia di S. Severino a Napoli. La chiesa di S. Pietro a Maiella a Napoli custodisce l’imjmagine S. Maria succurre miseris, alla quale Don Juan ricorse nella battaglia. Quest’immagine appare nel cielo nell’interessante rappresentazione della battaglia che ivi si trova e riproduce il momento in cui Don Juan affonda la nave di Alì pascià (v. le illustrazioni in Cosmos illustr. 1904, 125-130). I cavalieri di S. Stefano (il cui archivio è ora nell’Archivio di ¡Stato a Pisa) ornarono di trofei turchi e d’una pittura nel soffitto rappresentante la battaglia di Lepanto la loro chiesa S. Stefano ai Cavalieri costrutta a Pisa nel 1565-1596. La battaglia di Lepanto nel convento dei Domenicani a Mondovì è riprodotta presso Lazzareschi 17. Nel museo di corte a Vienna si vede la spada di parata di Don Juan e la corazza di A. Barbarico, nell’arsenale della marina a Pola parecchie bandiere turche prese a Lepanto. In Ispagna trovansi i più ricchi ricordi della grande battaglia navale; cfr. Roseel (Combate (passim) e Duro, Tradiciones infundadas, Madrid 1888. La bandiera della lega che trovasi a Toledo fu già descritta a p. 555: fino al 1616 essa stette nell’Escorial, dove nella chiesa viene mostrata la porta segreta, per la quale secondo la tradizione una staffetta notificò la vittoria a Filippo II che assisteva al vespro. Fra i ricordi di Don Juan conservati nel palazzo dell’Escorial sono degne di nota alcune rappresentazioni della battaglia importanti come quadri navali e di costume. È del genere stesso anche la pittura che proviene dal convento domenicano di Malaga ed ora. si trova nella Sala de la marma histórica del Museo Naval a Madrid. Altri ricordi conserva il palazzo Santa Cruz di Madrid. Nella sala principale deli’Armeria a Madrid si veggono parecchi stendardi spagnuoli della battaglia di Lepanto insieme alle armi e capi di vestiario del grande ammiraglio dei Turchi Alì pascià, a una bandiera turca ed altre prede. Una bandiera turca presa a Lepanto è anche nella chiesa del monastero di Monserrato. Un antico affresco rappresentante la battaglia è nello scalone del palazzo arcivescovile (ora archivio) di Alcalá. Sei vessilli delle galere di Don Juan sono pervenuti nel museo Czartoryski di Cracovia dalla proprietà del duca d’Osuna. Sulle bandiere turche a Lucerna v. App. n. 78 (10 gennaio 1572).