340 Pio Y. 1566-1572. Capitolo 5 b. i quali aveva già proceduto Pio IV.1 Senza curarsi che la corte francese in questa faccenda tornasse sempre a far valere le libertà gallicane, Pio V in un concistoro dell’ 11 dicembre 1566 promulgò la sentenza definitiva che deponeva come eretici da tutte le loro dignità sei dei vescovi accusati : Jean de Chaumont di Aix, Jean de Montluc di Valence, Louis d’Albret di Lescar, Charles Guillart di Chartres, Jean de St-Gelais d’Uzès e Claude Regin d’Oloron.2 Il solo vescovo di Aix depose il suo ufficio: per gli altri la sentenza rimase senza effetto perchè il governo francese e naturalmente anche la regina di Navarra la consideravano come non avvenuta e così non era da pensarsi che venisse eseguita. I deposti poi col contegno tenuto dopo dimostrarono quanto fosse giustificata la sentenza di Pio V.3 La grande condiscendenza del governo francese verso gli ugonotti non era in grado di renderli soddisfatti. Essi lagnavansi di lesione dell’editto di Amboise, che essi stessi non osservavano, e conducevano a termine la loro ferma organizzazione politico-militare. 4 La loro ultima meta continuava ad andare molto al di là della tolleranza od equiparazione. Il potere regio doveva diventare loro soggetto fondandosi così la signoria esclusiva di essi. L’occasione parve favorevole quando il governo francese si appoggiò agli ugonotti nelle loro misure di precauzione prese a proposito della marcia di Alba verso i Paesi Bassi. Questa volta gli ugonotti sperarono che venisse nelle loro mani la direzione suprema dell’esercito per poi far scoppiare la guerra contro il re di Spagna, anche se Filippo II non si permettesse azione ostile o intromissione alcuna negli affari interni della Francia.5 Ma Caterina de’ Medici, che non voleva essere dominata, frustrò le loro mire. Allora, vedendosi delusi nelle loro speranze e temendo un’alleanza del governo colla Spagna, gli ugonotti cercarono di raggiungere la meta per altra via in accordo coll’Orange e coll’Inghilterra. 1 Cfr. il nostro voi. VII, 402 ss. 2 Vedi Laderchi 1566, n. 425 ; Corresp. dipi. I, 435 s. ; Degert 09 s. Cfr. In ♦relazione di Strozzi del 30 novembre 1566, Archivio di Stato in Vienna e * quella di Luzzara dell’ll dicembre 1566, Archivio Gonzaga in Mantova. Fa a questo proposito l’abbozzo d’un breve, * Capitulis quii)usdami Franciae: Deposito propter nefandum haeretiae pravitatis crimen eo, qui vester qnidem episcopus dicebatur, sed commissi sibi gregis erat desertor et proditor. vi esortiamo a darvi pensiero intanto dell’ amministrazione della diocesi-Arm. t. 12, n. 97, Archivio segreto pontificio. 3 Vedi Degert 101 s., ove notizie più particolareggiate sui singoli deposti-Sfuggirono al Degert due brevi relativi. Il * primo, all’arcivescovo di Sens, del 30 luglio 1567 lo invita a procedere contro il vescovo eretico di Chartres (Archivio dei Brevi in Roma), il * secondo, del 19 novembre 1569, v. m App. n. 66, Archivio segrteto (pontificio. 4 Cfr. Correro 183 s. s Vedi Segesser. Pfyffcr I, 420. Cfr. Marcks, Bayonne 290.