11 papa e i cardinali, specialmente ii Bonelli. 57 un certo tempo ottenne il primo posto fra gli intimi del papa.1 Contava molto da principio anche Granvella.2 In seguito tenne un posto decisivo a lato di Bonelli il cardinale Chiesa nelle faccende dell’amministrazione.3 I pej*eri di Morone4 venivano chiesti specialmente per negozi politici, poi anche per cose della riforma, per la cui attuazione Pio servivasi di uomini eccellenti quali Or-maneto e Giovanni Oliva.5 Per la trattazione di tutti i negozi politici, che riguardave.no i principi, ai primi di novembre del 1566 egli costituì una congregazione formata dei cardinali Morone, Farnese, Mula, Granvella e Commendone.0 II papa faceva molto conto del datario Maffei. Alla fine del 1566 un esperto relatore opina che parecchio può farsi conoscere anche al papa a mezzo dei suoi più intimi famigliari, ma che per condurre alla decisione una faccenda di maggiore importanza bisogna rivolgersi al cardinale Bonelli ed al segretario Rusticucci, per le cui mani passano tutti i negozi. 7 Dipendente però da costoro non voleva affatto essere Pio V. Allo scopo di dimostrare apertamente che il nepote non esercitava su di lui alcuna indebita influenza, Pio V rimproverollo a più 1 * « Commendone è hoggi il primo cardinale della corte et quello a cui il Papa crede più che ad alcun altro », notifica B Pia in una * lettera da Roma 7 febbraio 1567, Archivio Gonzaga in Mantova. Cfr. Schwakz, Brief-icechsel 48 e la * relazione di Strozzi dell’8 febbraio 1567 (Ha [il Papa] per molto favorito il card. Commendone e spesso lo chiama a consiglio). Archivio di Stato in Vienna. Dopo la nomina a cardinale del Chiesa * Cusano però notifica addi 1" maggio 1568 che Commendone era caduto assai del favor del Papa. Ibid. 2 * « 11 card. Granvella è stimato assai dal Papa et è chiamato a tutte le consulte per le cose di Germania». Arco il 30 marzo 1566, Archivio di Sitato in Vienna. 3 * A vviso di Roma del 3 aprile 1568, Urb. IO-ìO, p. 499b, Biblioteca Vaticana. * L’* Avviso di Roma del 23 marzo 1566 racconta che il papa aveva trattenuto a Roma il Morone perchè credeva haver bisogno de pari- suoi qua et lo stima et honora assai (Uri). 10J/0, p. 197. Biblioteca Vaticana). Nella sua ‘relazione del 29 maggio 1566 (Archivio Gonzaga in Mantova) C. Luzzara rileva quanto valesse Morone presso il papa. Attesta l’autorità di Morone in cose politiche anche Zuniga nella sua lettera del 29 dicembre 1570, Corresp. dipi. IV, 156. Cfr. in proposito eziandio 1’ * Avviso di Roma del 7 luglio 1571, Archivio di Stato in Napoli, C. Farnes. 763. 5 V. l’Informatione ecc. in Anal. Bollando. XXXIII, 188 s., 194 s. 6 * « Creò una congregazione di 5 cardinali che attendano alle cose dello Stato con li principi che sono » ecc. * Avviso ¡di Roma del 9 novembre 1566, Vrb. lOJfO, p. 318b, Biblioteca Vaticana. 7 V. Informatione loc. cit., dove in modo particolareggiato viene esposto anche il contrasto fra gli antichi e nuovi famigliari, che del resto fra costoro esisteva da tempo (v. Mitteilungen des ósterr Instit. XIV, 544), e la loro posizione. Rusticucci ottenne il diritto di cittadinanza romana (vedi Lanctani IV, 23) e sebbene accettasse donativi si mantenne nelle grazie di Pio V (vedi Tiepolo 175). Sul maggiordomo di Pio V, Frane, de Reinoso, cfr. Corresp. dipi. IV, xlis.