450 Pio V. 1566-1572. Capitolo 7 a. la libertà religiosa stabilita nell’Austria inferiore e che frattanto essi pure non dovevano venir tribolati qualora non andassero al di là della confessione augustana. Non erano già del tutto disdette, come l’imperatore fece credere al legato, le discussioni della commissione per la compilazione d’una nuova agenda e costituzione ecclesiastica, ma egli aveva semplicemente rimandato il Camerario, che non andava a genio agli Stati, chiamando in sua vece dal Mecklemburgo il teologo luterano Davide Cytreo. Quando costui arrivò nel gennaio del 1569, Massimiliano ne tenne accuratamente celata la presenza al legato e nella quiete della piccola città di Spitz sul Danubio il Cytreo potè con tutta tranquillità mettersi alla redazione della nuova agenda e costituzione ecclesiastica. 1 Il 1° dicembre 1568 in un breve all’imperatore Pio V aveva espresso la sua letizia perchè, conforme alle dichiarazioni di Arco e alle relazioni di Commendone, Massimiliano non volesse concedere nulla di nuovo quanto alla confessione augustana e avesse contromandate le indette discussioni sulla religione, a che egli del resto era obbligato in virtù dell’ufficio imperiale e del giuramento emesso.2 II 20 gennaio 1569, al tempo stesso in cui celava a Spitz il teologo protestante Cytreo, Massimiliano rispose al breve con lettera ossequiosa in cui diceva di rallegrarsi che il papa avesse accolto sì bene la revoca delle discussioni di religione stabilite pel giorno di S. Martino, sulle quali fondavasi tutto l’accordo colla nobiltà; di non avere mai voluto offendere il paterno animo del papa, di essergli allora pure fìglialmente devoto e che conforme al suo dovere d’imperatore nulla tralascerebbe « pel mantenimento della fede cattolica e per la difesa delia dignità della Chiesa ».3 Per il disonesto doppio giuoco, che lo scaltrito imperatore faceva in quei giorni, eragli molto incomoda la presenza del Commendone; 4 egli respirò quando alla fine di gennaio del 1569 il 1 Vedi Bitter I. 404 ; Otto 22 s., 30 s. ; Wiedemann I, 361. Cfr. Volecc. de docum. inéd. CIII, 33, 64; Venes. Depeschen III, 465. 2 Vedi Laderchi 156S, n. 86. Per il passo sul giuramento di Massimiliano cfr. la relazione di Arco del 2 ottobre 1568, presso Hopeen 290. s Vedi Schwarz, Briefwechsel 130 s. 4 Come appare dalla sua * relazione al papa del 24 novembre 1568. che debbo alla cortesia del prof. Diongkt., Commendone non era affatto senza preoc-supazioni sull’attuazione delle determinazioni imperiali. Egli ricorda che mentre i cattolici di Augsburg giubilavano pel partito preso dall’imperatore, i protestanti lo dicevano una semplice dilazione e mantenevano ferma la speranza di raggiungere col tempo la loro meta. Prima di partire per Linz l’imperatore ha fermamente promesso, che là non si sarebbe trattato della faccenda religiosa. Nelle circostanze attuali bisognerà contentarsi del raggiunto. Sua missione era stata d’impedire che avvenisse la concessione in fatto di religione-