630 Appendice. mente annientare i capi degli ugonotti, facendosi anzi risalire questo piano a, consigli del papa. Molto più cauto e riservato parla di queste cose il secondo biografo di Pio V, Giov. Antonio Gabuzio, rettore del collegio dei Barnabiti in Poma, nella sua opera De vita et rebus c/estis Pii V, uscita la prima volta a Poma nel 1605 e dedicate a Paolo Y. Qui mancano affatto le notizie di Catena sull’assicurazione di Carlo IX, che il matrimonio di sua sorella col Navarra avesse solamente lo scopo di rendere sicuri gli ugonotti a Parigi e ch’egli avesse deciso un giudizio contro i « traditori » principalmente per amor del papa. D’altra parte Gabuzio rileva espressamente, che il re aveva dichiarato di non potere ulteriormente svelare la sua intenzione e che Bonelli se ne partì veramente senza avere ottenuto nulla. Se qui il Galuizio è un espositore molto più sicuro, la cosa si spiega col fatto che nella composizione della sua opera egli fu aiutato dal cardinale Bonelli molto più che Catena. Come racconta; il Gabuzio nella dedica della sua opera a Paolo Y. fu infatti quel cardinale che l’indusse a comporla e gli fornì materiale. La ricordata! differenza, è tanto più importante perchè Gabuzio del resto segue strettamente Catena ed inoltre, come giustamente fa rilevare Turici; (p. 29), mostra la tendenza ad abbellirne e superarne le narrazioni. Solo in particolari Gabuzio offre del nuovo: cavarli fuori non è facile perchè Gabuzio calca talmente le orme di Cartena 1 — ch’egli stranamente non nomina —- che il suo testo molte volte si legge come una traduzione.2 Se Gabuzio ottenne tuttavia un successo molto più grande, tanto che Tiieiner (A nnui, eccles. 1572, n. 12) erroneamente lo dice lo scrittore principale su Pio V ed anche recentemente Premoli (Barnabiti I, 332) ne qualificò la vita siccome la migliore, ciò egli deve a migliore e più acconciai disposizione della materia; ed al suo buon latino. Molto contribuì alla diffusione della biografia del Gabuzio la circostanza che i Bollan-disti accolsero negli Acta Sanctorum soltanto la sua narrazione, essendovi essa .adatta anche perchè ancor più decisamente che la vita del Catena essa ha il carattere di biografia di un santo.3 In questa direzione si sono mossi tutti i posteriori biografi di Pio V. Senza pretendere ad assoluta completezza, siano qui ricordati in serie cronologica i più conosciuti di qnesti scritti. 1. Archangelus Caiiaccia de Eipalta O. l’r., Brevis enarratio gesto-rum S. P. Pii P. V ex processibus et probatis autlioribus digesta, lì orna e 1 Così ad ee. circa il successo detrazione di Pio V contro i vescovi francesi eretici egli pure dice : « Eam damnationem in Gallia promulgandam iisque de sede deiectis alios catholicos subrogandos Pius curavit » (II, c. 3). 2 Nella prefazione egli dice semplicemente che l’opera sua era « cuni ex aliis multis ac probatis auctoribus, tum ex variis ac certis, quae idem cardinali« [il. Bonelli] ceterique multi locupletes et oculati testes mihi suppeditarunt, monumentis ac testimoniis bona fide collectum ». È pienamente giustificato il severo giudizio di Mendham (p. x-xi) per non essere fatto il nome di Catena. s Ancor prima di Gabuzio uscì un’opera, da lui citata una volta, di A. Fuen-mayor, l'Ida y Jiechoi» de Pio V, Madrid 1595, che però si fonda quasi del tutto su Catena ; vedi Mendham viii ; cfr. 93.