IL BRINDISI DI BELGRADO strato in più di una circostanza una fermezza di carattere che ha fatto stupire l’Europa, si lascia- rono smuovere. Il convegno di Belgrado ebbe luo- go, e per le circostanze che lo accompagnarono riu- scì una affermazione ancora più solenne di quello che era dato immaginare, un’ affermazione che ha fatto fremere di gioia e di speranza i serbi, e che ha avuto tutto il carattere di un monito mi- naccioso. Il brindisi che il principe Nicola pronunziò al gran pranzo di gala, fu come un guanto di sfida lanciato a chi occupa militarmente una delle più belle provincie dell’ impero di Duclian il grande: fu un saluto mandato agli oppressi, e la testimonianza che coloro i quali hanno con- quistato la indipendenza non dimenticano i fra- telli che di loro meno fortunati aspettano ancora il giorno del riscatto. Qualche tempo prima il Kallay, il governa- tore della Bosnia e dell’ Erzegovina , in un di- scorso pronunziato alle Delegazioni si era la- sciato sfuggire di bocca una frase imprudente: l’Austria, aveva detto, deve essere una potenza balcanica. Il brindisi di Belgrado fu la risposta al di- scorso del Kallay. Senza reticenze, senza vane circonlocuzioni il principe Nicola, dinanzi al corpo diplomatico,