Pio V e P Inquisizione. 199 religione cattolica.1 Già prima che venisse posta la prima pietra il papa s’era curato dell’impianto d’un archivio ordinato nel nuovo edifizio, comandando di raccogliere tutti i processi dell’inquisizione, di depositarli nel Sant’Uffizio e di permetterne l’uso soltanto entro il medesimo.2 Pensò pure Pio V a provvedere delle necessarie rendite il tribunale romano della fede.3 Se nella pratica dell’inquisizione Pio IV s’era avvicinato più alla mitezza di Paolo III e di Giulio III, in un carattere così risoluto e sì altamente infervorato per la verità della fede come Pio V non era che naturale ch’egli nuovamente si mettesse più sulla via di Paolo IV. Fu per santo zelo che, servendosi delle parole di Paolo IV, egli dichiarò dovere andare avanti a tutti gli altri i negozi della fede, siccome quella che è contenuto e base del Cristianesimo,4 e che in solenne costituzione assicurò essere la sua prima cura che eresie, false dottrine ed erronee opinioni venissero allontanate e bandite quanto più lontano fosse possibile e che con ciò si ridesse sicurtà e quiete alla Chiesa.5 Dopo un’udienza, l’inquisitore di Brescia nel marzo 1566 giudicò che nelle cose del tribunale della fede il papa abbisognava più di freno che di sprone ;6 poco dopo l’ambasciatore veneto Tie-polo scrisse che niuna cosa stava tanto a cuore del papa quanto 1 « Pius V. P. M. Congregationis sainctae inquisitionis domum hanc qua haereticae pravitatis sectatores cautius coercerentur a fundamentis in augmen-tum catliolieae religionis erexit anno 1569» (Ciacontus III, 992. Buchelitjs, Iter Italicum [1587-15881, in Ardi. d. Soc. Rom. XXIII [1900],49). Sul palazzo della Inquisizione cfr. Lanciasi IV, 21-23. 2 Decreto del 31 gennaio 1566, presso Laderctii 1566, n. 102 ; Pastob, Delcrete 28 s. s Fin dal 3 aprile 1566 la tenuta di Conca (su questa cfr. Tomassetti, Campagna II, 387 ss.; Abbate, Provincia di Roma II [1894], 215), fino allora spettante a Grottaferrata, viene assegnata in concistoro al Sant’Ufficio (Dìarium del Cardinal Farnese, presso Laderchi 1566, n. 94. * Bulla dlsmemlrationis tenutae Conchae etc., tertio nonas Apr. 1566, registrata il 29 maggio, Ann. 52, t. 5, p. 1 ss., Archivio isegreto pontificio. Cfr. Bull, 0. Praed. V, 124; Lanciasi IV, 23). IJn * A vviso di Roma del 7 luglio 1571 (Uri. 101,2, p. 84, Biblioteca Vaticana) notifica che il papa nonostante la sua penuria finanziaria ha assegnato all’inquisizione 12,000 scudi dai beni venduti del Pallantieri. * Notiflcatio facta S. D. N. P. et oonsensus Suae Sti», quod seuta 3000 partis palata s. Inquisitionis exponantur sew investiantur in tot locis montis fldei per M. Lor. Puccio, del 27 luglio 1569, Arm. 52, t. 3. p. 198, Archivio segrego pontificio. L'n * mandato dell’ll gennaio 1570 assegna una salina prò usu famitiae et pauperum careeratorum del palazzo dell’inquisizione ; ibid. Ann. 29, t. 2J,2, p. 189. l’n * mandato del 19 novembre 1567 comanda sia rigorosamente osservata l’esenzione dell’inquisizione delle gabelle ; ibid. t, 232, p. 11. 4 Bull. Rom. VII, 422. Cfr. Paolo IV presso Pastob, Delcrete 16. 5 Bolla del 21 dicembre 1566, Bull. Rom. VII, 499. a Tiepolo. 9 marzo 1566, presso Mutinei.i.i I, 37. Sul grande rigore di Pio V in cose di religione v. anche da * relazione dell’inviato estense del 23 febbraio 1568, Archivio di Stato im Modena.