342 Pio V. 1566-1572. Capitolo 5 b. regina dimostrò ch’era venuto il tempo d’allontanare dalla corte tutti gli ugonotti, i quali non erano che spioni dei ribelli. Non si fidasse nè del cancelliere L’Hópital nè dei due Montmorency; dichiarò che l’avevano mal consigliata coloro che l’avevano indotta a licenziare il Cardinal Guise.1 Per quanto biasimasse così con tanta libertà la politica fino allora seguita dal governo francese, tuttavia Pio V, ora che era scoppiata la guerra aperta, volle prestare personalmente e ottenere da altri ampio aiuto. Nelle sue lettere alla regina gli aveva promesso di mettere immediatamente a disposizione tremila soldati a piedi. Ai 16 di ottobre del 1567 scrisse al nunzio che si sarebbe adoperato per aumentare al doppio questa cifra.2 Il governo francese bramava avanti tutto aiuto in denaro. Ru-cellai domandò niente meno che 300,000 scudi. Il papa era disposto ad ogni aiuto possibile, ma solo pel caso, che non si tornasse in breve a concludere un componimento coi ribelli seguaci della nuova credenza.3 Gli fu veramente piuttosto difficile mettere insieme il denaro perchè la sua cassa era già fortemente preoccupata dai preparativi contro i Turchi,4 ed egli solo malvolentieri imponeva tasse ai suoi sudditi. Era però risoluto a rammassare le somme necessarie ed a fare tutto quanto stava nelle sue forze. Nei mesi d’ottobre e novembre cercò di raccogliere denaro con una speciale tassa nello Stato pontificio e mediante contributi di 1 Cfr. Piiilippson, Die römische Kurie 111 s. ; Corresp. dipi. II. 225 ; Catena 65 s. a V. al * lettera citata in n. 3, tradotta presso Philippson loc. cit. 112. ^ In ima * istruzione di Bonelli per M. della Torre del 16 ottobre 1567 (per corriere espresso) si legge: per lettere da Lione arrivate l’il, il papa ha ricevuto nuova della generale congiura contro i cattolici e il re : fu in somjna inquietudine finché il 13 arrivi) Annibaie Rucellai con lettere di loro Maestà, che annunciavano salvo Carlo IX. « A richiesta di esso A. Rucellai hiatvemo concesso che si possino essigere la metà de /frutti de tutti i benefici etiandio di cardinali ; ne adimandava anchora di potere alienare parte de beni mobili delle chiese ma ricordandosi che per l’altra risolutione furono alienati in notabile somma è pa'rso di non concederlo se prima, non vediamo che 'S. M. Cristm» facci da dovero perchè in tale caso venderessimo anco la propria persona »■ Archivio segreto pontificio, Nunziat. di Francia 282, p. 4s. ; ibid. * lettera del 18 ottobre 1567, colla quale fu spedita la lolla della metà de frutti di tutti i benefici eccd e coll’aggiunta fatta dal papa stesso : * « V. S. sia ben’av-vertita d’intendere se ci fusse speranza d’accordo dico di S. Mtà con i ribelli et in tale caso ne espidirete un corriero a posta ne gli darete essa bolla ; ma quanto siate chiaro che si facci da dovero non solo li darete la bolla, ma riscuoterete 25m scudi ». Ofr. inoltre Corresp. dipi. II, 229 s. Rucellai ripartì il 19 ot‘ tobre. Invano egli pregò aiuto da Venezia (v. Corresp. dipi. II, 239 s). Ai 25 d ottobre del 1567 Arco notifica che il papa aveva dato a Rucellai una lettera di cambio per 50,000 scudi « per quanto s’intende ». 4 Cfr. il breve a L. Gonzaga del 16 ottobre 1567, presso Goubatj 54 e La-derciii 1567, n. 139.