Nuova edizione della Volgata. 137 In gran parte il perfezionamento del Catechismo romano come dei due libri liturgici si dovette allo zelo ed alla pressione del cardinale Borromeo.1 Alle precedenti benemerenze pel concilio di Trento egli aveva aggiunto la nuova che si fosse soddisfatto dopo non troppo lungo tempo a un desiderio, che i Padri del concilio prima di separarsi avevano raccomandato alla Sede Romana.2 Più diffìcile era corrispondere a un altro desiderio del concilio, che cioè si dovesse stampare in edizione esente al possibile da errori la Sacra Scrittura e in particolare la versione latina dall’antichità in uso nella Chiesa. Ma anche a questo riguardo sotto Pio Y si lavorò con zelo.3 A tal fine nel 1569 il papa istituì una commissione composta dei cardinali Colonna, Sirleto, Ma-druzzo, Souchier, Carafa e Morone;4 essa lavorava coll’aiuto di 12 consultori. Anche fuori di Roma trovaronsi dotti, i quali posero le loro forze a disposizione della commissione. Così i Benedettini della Badia di Firenze collazionarono per incarico del papa 12 codici fiorentini, i monaci di Montecassino 34, mentre un altro membro della Congregazione cassinese, Ambrogio Ferrari abbate di S. Benigno a Genova, fornì note critiche a particolari passi biblici. I lavori della commissione avanzarono però molto lentamente: secondo Arias Montano ad Anversa compivasi in un mese maggior lavoro per la Poliglotta antverpiense che non dai romani in un arino per la Volgata.5 A sentenza del Cardinal Colonna la ragione ne era la diversità delle opinioni dei membri della commissione, dei quali alcuni volevano senz’altro tutto mutare e gli altri difendere tutto come genuino.8 Però sotto Pio V i lavori attorno alla Volgata non riposarono mai completamente. sentire specialmente in Germania, ove gli stampatori protestanti non curavansi tli questi privilegi e scomuniche danneggiando cosi gli editori cattolici. Ca-ntsii Epist. V, 281, 282; Braitstsbergeb, Pius V. 67. 1 « Prius vero quam discederet [Roma], Catechismum, quam avunculi aucto-ritate iusserat inchoari, perficienduim, et Breviarium item, Missalemque librum restituendum curavit» (Bascapé 1. 1, c. 9, p. 22). In una lèttera a Sirleto del 4 settembre 1566 Borromeo invita ad .affrettare al possibile il lavoro attorno al breviario (Jos. Schmid in Theol. Quartalschr. 1884, 654; cfr. Sala, Doeum. II, 244). Da Milano fece anche passi perchè il Marini compilasse un libro di prediche (omeliario) ad uso degli aventi cura d’anime. Sala II, 244, n. 3, 246, 258, n. 117 e 120. 2 Sess. 25 contin. 3 Hopfl 77-101. C. Vercellone, Varine Lcctiones I, Romae 1860, xx ss. 4 Hopfl 78. Cfr. * Avviso di Roma del 12 miairzo 1569, Vrb. 101,1, p. 40, Biblioteca Vaticana. Agli 11 di novembre 1568 Lombardo scrive a Hosio (Cypiuantjs 484) : « Manutius incumbit: Breviario novo, et missale edetur in lucem in paschate. Marianus Rheatinus, Hieronymi scholiastes incumbit Bibliis, nt editto vulgata emendatior prodeat». Un * Avviso di Roma del 16 aprile 1569 mandato a Vienna da Cusano, nota l’inizio dei lavori della commissione biblica. Archivio di Stato in Vienna. 5 Colección de doeum. inéd. XLI (1862), 178. Hopfl 101. 0 Carafa a Salmeron, 17 giugno 1569, presso Hopfl 308 s.