La salute di Pio V. 39 Da anni la salute di Pio V era pregiudicata dal mal della pietra: 1 perciò da principio medici e diplomatici credettero ch’egli non sarebbe vissuto a lungo. - Per quanto pure a volte si sentisse debole,3 il papa tuttavia non voleva sentire parlare di risparmio delle sue forze4 e ciò tanto più perchè in generale in fatto di salute trovossi meglio da papa che da cardinale.8 Mantenne l’abitudine di muoversi molto. Allorché, nel novembre del 1566, si recò alla spiaggia marina per visitare i lavori di fortificazione, si servì molto poco della portantina. Per lo più andò a piedi, non dormì non ostante tutte le fatiche che cinque ore.6 Col tempo tutti coloro, che avevano sperato in una prossima morte del papa, si videro delusi. Contro il suo mal della pietra Pio usava latte d’asina e sebbene i medici ne temessero un indebolimento del suo stomaco, egli persistè nell’uso di tal mezzo, da lui adoperato prima spesso con buon effetto.7 In generale le sue condizioni anche nel 1567 furono abbastanza soddisfacenti. Fiorisce come una rosa e vivrà a lungo, notifica Serristori ai 15 di marzo del 1567. * Anche dall’estate di questo medesimo anno si hanno sol- i Vedi Tirpolo 181; Marini II, 318 s. e la ‘relazione d’Arco del 7 settembre 1566, Archivio di Stato in Vienna. 1 V. la lettera di Granvella del 10 marzo 1566 (Corresped. Piot I, 155) e la * relazione di C. Luzzara del 12 giugno 1566 : * « La maggior parte di questi medici del Papa intendo che conchiudono che S. St& habbia la pietra et grossa, et che facciano mal giuditio de la vita sua, aggiunto a questo la magrezza et attinuatione ne la quale è, che non può essere maggiore». Archivio Conzaga in Mantova. 3 V. la * relazione di Arco del 25 maggio 1566, Archivio di Stato in Vienna e la «lettera di C. Luzzara del 1° giugno 1566; ««È voce pubblica per Iioina che il Papa sia molto debole et ch’egli medesimo diffidi de la vita sua» (Archivio Gonzaga in Mantova). V. anche la «relazione di Serristori del 1» novembre 1566 (Archivio di Stato in Firenze). « V. la «relazione di Cusano del 16 febbraio 1566, Archivio di Stato in Vienna e «quella di Babbi dei 1° novembre 1566, Archivio di Stato in Firenze. 5 Colle relazioni di Tikpoi.o presso Muti.nki.i.i I, 39s., 47 s. v. la «lettera di Serristori del 1° aprile 1566, Archivio di Stato in Firenze e la lettera del 13 luglio 1566 in Masius’ liriefe 374. Cfr. la » lettera di Caligari a Com-mendone del 21 settembre 1566, Lett. di prine. XXIII, Archivio segreto pontificio; •Avviso di Roma del 28 dicembre 1566 (Uri). 10!fi, p. 330b, Biblioteca Vaticana); «relazione di B. Pia del 31 maggio 1567 (sta bene quanto si stesse mai), Archivio Gonzaga in Mantova. 6 V. * Avviso di Roma dei 23 novembre 1566, Urti. 101,0, p. 305, Biblioteca Vaticana. 7 Cfr. Tiepolo presso Mutinklli I, 45 s., la « relazione di C. Luzzara del 29 maggio 1566, (Archivio Gonzaga in Mantova), e gli * Avvisi di Roma del 29 giugno 1566 e 19 giugno 1568, Urb. 10!t0, p. 248, 526b, Biblioteca Vaticana. 8 V. la «lettera nell’Archivio di Stato in Firenze, Medie. 3287 P. 77.