Controversie di politica ecclesiastica a Milano. 279 avrebbe partecipato il dì seguente alla processione qualora vi prendessero posto gli uscieri armati dell’arcivescovo.1 Ai 25 di agosto emanò un severo ordine contro tutti coloro che mediatamente o immediatamente si permettessero di violare la giurisdizione regia. L’editto con tutta probabilità riferivasi alla controversia coll’arcivescovo e di fatto nella curia arcivescovile non fu concepito in altro senso :2 tutti gli ufficiali di giustizia del Borromeo presero la fuga e così il tribunale arcivescovile venne d’un colpo paralizzato.3 L’editto dell’Albuquerque uscì precisamente in un momento, nel quale s’era nuovamente acuita in Milano la lotta fra il potere civile e l’ecclesiastico. Il capitolo di S. Maria della Scala, molto bisognoso di riforma, s’opponeva alla visita arcivescovile avanzando il motivo che la chiesa era di patronato regio e indipendente dall’arcivescovo. Ora aveva bensì Clemente VII concesso alla Scala diritti d’esenzione, ma solo sotto la condizione che l’arcivescovo di Milano li confermasse, conferma che i canonici però non potevano provare. In questo stato di cose Borromeo chiese a Roma che dovesse fare e ricevette la risposta che poteva fare la visita. Il cardinale attese tuttavia altri due mesi. Ora avvenne che un chierico della Scala fu imprigionato per un delitto dal tribunale arcivescovile, divampandone l’odio da lungo tempo accumulato. Appoggiandosi ai loro privilegi papali i canonici dichiararono incorsi nella scomunica due ufficiali del tribunale e chiesero ragione all’arcivescovo stesso. Il senato si pose apertamente dalla parte del capitolo, di cui favoriva le pretese anche il governatore, che precisamente in quei giorni pubblicò l’editto minacciante le più severe pene ad ogni lesione della giurisdizione regia. Borromeo prese subito la sua risoluzione. Indisse la visita alla Scala per uno dei prossimi giorni nè accolse la domanda del governatore di aspettare, in considerazione della generale inquietudine, altri tre giorni. Addì 31 agosto 1569 un prete notificò ai canonici a nome delParcivescovo il prossimo arrivo di lui, ma fu respinto violentemente dal capitolo, che s’era raccolto nel cimitero dinanzi la chiesa. Poco dopo avvicinossi in solenne corteo anche il cardinale originandone una scena selvaggia. S’erano appena appressati i battistrada, dei quali uno portava le insegne del cardinalato e l’altro la croce arcivescovile, che furono presi per le briglie i loro cavalli obbligando il corteo a fermarsi. Borromeo scese dal suo mulo, prese la croce, che giusta il rito dovera te- 1 Corresp. dipi. Ili, xxi. 2 « Questo bando non si può dir che sia stà fatto per altro, che per la total roina della giurisdittione et libertà ecclesiastica ». Così le Considerationi sul bando presso Sala II, 13. 3 Cfr. i documenti presso Sala II, 13 ss.