458 Pio V. 1566-1572. Capitolo 7 a. cristo» anche in guerra aperta.1 In queste condizioni si scelse a Roma una via di mezzo, trattenendo la risposta fino a che fosse almeno scorsa la proposta dietale. La risposta di Pio V in data del 24 luglio arrivò poi a Spira alla metà d’agosto: essa cercava di tener sospesa la controversia e di guadagnare tempo affinchè Cosimo potesse frattanto venire ad intesa coll’imperatore.2 La situazione a Spira rimase ancora a lungo molto minacciosa. Pareva imminente una calata dell’imperatore a Roma, alla quale molti protestanti avrebbero preso parte con gioia. Perciò nell’agosto il papa mandò presso i Cantoni cattolici il cavaliere Jost Se-gesser, capitano della sua guardia svizzera, al fine di ottenere da essi l’assicurazione d’un aiuto di 4 a 5000 uomini pel caso che la Santa Sede venisse attaccata.3 II 17 settembre 1570 l’ambasciatore inglese riferì da Spira che Massimiliano gli aveva parlato della temeraria usurpazione del vescovo romano ; aveva anche detto che le cose non sarebbero andate meglio col clero fintanto che questo non si fosse risolto a vivere come avevano vissuto gli apostoli ; che qualora egli intendesse marciare verso Roma conosceva gente che andava con lui, che i principi tedeschi gli avevano detto come Roma fosse legittima, antica sede dell’imperatore e che là essi volevano condurlo.4 In queste condizioni fu molto difficile al nunzio Biglia esercitare il suo ufficio. Per fortuna nei suoi sforzi onde influire in senso temperativo sull’imperatore e impedire un’intromissione degli Elettori nella controversia sfavagli a lato l’ambasciatore spagnuolo. A Firenze erasi d’opinione che Biglia agisse troppo poco forte e che sapesse ispirare più amore che rispetto.0 Finalmente alla metà di dicembre Biglia fu liberato dalle sue pene: egli potè notificare a Roma che il negozio rimaneva riservato agli Elettori e che l’imperatore avrebbe reso note le sue pretese al papa.11 In Curia credevasi già d’aver sfuggito la peggio quando l’imperatore, chiusa la dieta, riprese l’offensiva. Il 26 dicembre egli vietò ai cardinali e principi tedeschi come agli stati italiani, eh’ erano soggetti all’ impero, di dare a Cosimo I il nuovo titolo. Insieme mandò la sua replica all’ultima risposta del papa e in una lettera a Pio V domandò un appianamento della controversia, che rispettasse i diritti suoi e dell’impero. 1 Vedi Janssen-Pastob IV18-10, 31G s. ; Bibl 98 s. 2 Vedi Bibl 84 s., S6 s. 3 V. Schweizer Abschiede IV 2, n 364, p. 454; Lìttolf, Schweizergarde insilila paura a Roma cfr. Sereno 52 s. 4 V. Calendar of State Papers. Foreign. Elizabeth 1569-71, ed. by A. J- Cbosby, London 1874, n. 1267. s V. Bibl 88 s., 91 s., 93 s. e V. iblei. 96.