Il Catechismo romano. 133 /• Nei rinnovamento ecclesiastico di Roma e dello Stato pontificio il papa ebbe davanti agli occhi come guide e norme in tutto i deliberati del concilio di Trento, che dovevano trovare la più esatta attuazione specialmente nell’ambiente più ristretto ch’era attorno a lui. Sulle stesse vie mosse l’attività di Pio V per la riforma della Chiesa universale. In primo luogo si trattò di completare in certo qual modo il concilio col portare a felice fine almeno alcuni dei lavori, che i padri tridentini avevano demandati incompleti alla Sede Apostolica. Già sotto Pio IV s’era avvicinato al compimento il Catechismo, che secondo il desiderio del concilio doveva essere la base d’un insegnamento conforme in tutta la Chiesa.1 Ora dopo un’ultima revisione sotto la presidenza del Sirleto,2 esso verso la fine del 1566 potè uscire presso Paolo Manuzio in Roma in parecchie edizioni latine ed in una versione italiana fatta per disposizione del papa dal domenicano Alessio Figliucci.3 Anche per la versione del libro in altre lingue nazionali Pio V si occupò personalmente. Della traduzione in tedesco del Catechismo egli incaricò il gesuita Paolo Hoffeo, al quale doveva prestare aiuto Pietro Canisio ;4 il lavoro di Hoffeo uscì a Dillingen al principio del 1568 con una prefazione del cardinale Truchsess.5 Parimenti ai Gesuiti affidò il papa la riproduzione francese del Catechismo.6 Nelle mani del cardinale Hosio di Ermland egli mise la cura della versione polacca7 esortandolo insieme ad ovviare ad uno spiacevole difetto della prima edizione latina, che del resto è stato eliminato anche nella traduzione tedesca ;8 dal primo editore cioè erano stati trattati negligentemente la divisione in capitoli e i titoli di questi. Il Catechismo urtò contro difficoltà in Spagna. La facoltà già concessa” di poterlo stampare colà non ostante il privilegio del Manuzio, fu dal papa ritirata10 allorché alcuni teologi spagnuoli tro- 1 Ofr. il nostro voi. VII, 2S8 ss. 2 [Sirleto] modo incumbit negotio xoù •xaxrjxia|ioù c,um archiepiscopo Lancm-nensi et magistro s. PalatU. Et spes est ttlum cito editimi iri tgpis Aldini» (Lombardo a Hosio, 1° aprile 1566, presso Cyprianus 413). Sulla parte presavi ila Sirleto cfr. Pogiani Epist. II, xxxvm. 3 Skibniewski 5S s., 134. Renoitard, Annales II2, 57 s. 4 I’olaxco a Hoffeo, 3 settembre 1566, Canisii Epist. V, 816. 3 Ibid. VI, 667. 15 Sacciiini P. ih, 1. 2, n. 6. 7 Breve del 28 settembre 1566 presso Ladebchi 1566, n. 343. 8 Canisii Epist. VI, 109, 121. 0 Bel 18 aprile 1567, Gorresp. dipi. II, 85 n. Lo stesso permesso fu dato Per Dillingen (Canisii Epist. VI, 660 s.), Polonia (Laderciii 1566, n. 343) ecc. 10 II 19 luglio 1567, Gorresp. dipi. II, 85 n.