Biblioteca e Archivio Vaticano. 91 per cui Paolo Manuzio nell’autunno del 1570 abbandonò Roma per ritornare a Venezia fu certo non soltanto lo stato del suo spirito ma anche il deficiente aiuto.1 Pio V addimostrò reale interesse, oltre che per quelli di contenuto ecclesiastico,2 solo per lavori che occupavansi della sua idea favorita, la guerra contro i turchi.3 L’uso della biblioteca Vaticana, della quale nel 1572 fu nominato bibliotecario a vita il Cardinal Sirleto,4 fu reso più difficile.5 In compenso Pio V cercò di acquistare la famosa collezione di codici del cardinale Vitelli6 e continuò il trasporto di manoscritti da Avignone a Roma ripreso sotto il suo predecessore.7 Nella primavera del 1567 il papa diede ordine che si apprestassero locali in Vaticano da servire come archivio segreto per gli atti più importanti.8 Una speciale disposizione del 1566 occupossi della conservazione di antichi documenti.9 Un motu proprio del 19 agosto 1568 ordinò la compilazione d’un inventario completo ed esatto di tutte le scritture relative alla Chiesa romana. Ma questo progetto, come vitio del card. Ferrara (Uri. 1040, p. 549, Biblioteca Vaticana). Cfr. XI. Fo-lietae Tyburtmum II. Estii card. Ferrariensìs presso Graevius, Tìies. I 2, 1228 s. ed Atti Morì. V, 204. 1 Nelle sue lettere Paolo Manuzio si esprime in modo oscuro e contra-dittorio sulla sua andata : vedi Tiraboschi VII 1, 165 s. Darà certo piena luce su ciò la monografia che prepara Mgr Le G belle. SuU’atteggiamento di Pio V a riguardo deU’enigmatieo G. Cardano v. Bollett. Pavese IV, 591 s. 2 Pio V animò Girol. Muzio a comporre la sua Risposta all’Apologia anglicana ; vedi Lauchert 665. 3 Ne enumera una serie dai codici dell’Archivio (segreto pontificio Pometti 66 s. Il * Discorso a Pio V e il * Discorso di G. Selvago anche in Cod. Magliabecch. XXIV-33, p. 258 s., 266 s. della Biblioteca nazionale in Firenze. Ibid. XXX-J,6 il idiscorso di P. Vettori. Fanno a questo proposito anche * Fr. Brochii civis Florent. Oratio de bello decernendo contra Turca*' ad Pium V (Cod. Vutic. 6153, Biblioteca Vaticana) e Vinc. Negusantius (archìtect. Arbensis), Pro bello in Turcas ad Pium V oratio, Fani 1595. * II »breve Tuorum magnitudo meritorum del 18 marzo 1572 è nell’Archivio dei Brevi in Roma. 8 Rileva giustamente la cosa Cian in Giorn. star. d. lett. Ital. IX, 456. Sulla proibizione, ivi riferita secondo un Avviso di Roma del 29 aprile 1570, che ninno, sotto pena di scomunica, possa copiare scritture nella libreria Vati-, cuna (Urb. 101,1, p. 269b) pubblicherà un articolo G. Mercati in Histor. Jahr-buch. In questo divieto si tratta certamente solo dell’uso di codici sosj)etti dal punto di vista ecclesiastico da parte di incompetenti, chè fra altro dalle comunicazioni in Histor. Jahrb. XVII, 81 ; XXV, 788 risulta che dotti cattolici, anche tedeschi, come Guglielmo Eisengrein, poterono lavorare alla Vaticana sotto Pio V. 6 V. la »relazione di Firmano del 19 novembre 1568. Archivio segreto pontificio. 7 Vedi Muntz, La Bibl. dw Vaticah, Paris 1886, 115 e. 8 Vedi Lanciasi IV, 8. 9 Vedi Orbaan, Een pnuselijk verbod tegen het opgebruiken van handschrif-ten in Tydschrift van boek en bibtìotheekwzen 1907. Pio V insisteva anche che i nunzi tenessero un registro delle loro spedizioni ; v. * Nunsiat. di Polonia I, 18 (istruzione del 19 aprile 1567), Archivio segreto pontificio.