312 Pio V. 1566-1572. Capitolo 4 e. posizione alla bolla In coena Domini.1 Nel gennaio 1572 il legato continuò il suo viaggio verso la Francia. Nell’occasione della nascita del principe Ferdinando avvenuta il 4 dicembre 1571 egli aveva espresso a Filippo II le felicitazioni del papa e tuttavia Pio V spedì anche uno speciale inviato nella persona del suo maestro di camera Casale, che doveva presentare alla regina la rosa d’oro. Casale aveva anche l’incarico di procurar rimedio alle dissensioni in Milano, dove il presidente del senato voleva giuo-care l’arcivescovo.2 Egli arrivò al principio di giugno a Madrid, ove avevaio preceduto la notizia della morte di Pio V. Castagna in quel tempo occupava tuttavia lo spinoso suo ufficio. Egli sentì come una liberazione quando nell’autunno avanzato del 1572 Gregorio XIII, cedendo finalmente alle sue preghiere, richiamollo. Al distinto uomo spetta grande parte di merito nel fatto che fosse evitata una completa rottura fra Madrid e Roma. Egli riconobbe chiaramente quanto ciò fosse nell’interesse di tutta la Chiesa e con molta abilità, sgravando al possibile la persona del re, seppe imputare alle autorità3 la colpa principale dei conflitti ognora rin-novantisi di natura politico-ecclesiastica.4 Questa concezione, certo non perfettamente giusta, che trovava un appoggio nell’indubbiamente sincero attaccamento di Filippo II alla fede cattolica e nella sua decisa ostilità contro tutti i nova-tori religiosi, " era condivisa anche da Pio V. Già da religioso e cardinale egli aveva assunto un atteggiamento favorevole agli spagnuoli. In conseguenza, nella caratteristica, che abbozzò del sacro Collegio nel 1565, Requesens lo qualificò un candidato desiderabile alla tiara. Quale italiano il Ghislieri avrebbe veramente preferito che la sua patria fosse stata governata da indigeni, preferiva però la dominazione spagnuola ad ogni altra straniera. Niente meno che il rappresentante a Roma di Filippo, Juan de Zuniga, attesta che al principio del suo pontificato Pio era seriamente risoluto a mantenere le buone relazioni fin allora da lui avute colla Spagna. In una lettera sommamente notevole lo Zu-niga, ai 23 di febbraio del 1571,7 espose al suo re la posizione presa dal papa. Agli inizi del suo pontificato Pio V era stato del 1 Cfr. Giannone IV, 1S5. 2 Vedi Hijìojosa 205 s. 3 Certamente così fu molteplicemente, ma assolvere il re da ogni complicità, come fa Ladekchi (1566, n. 495). non è possibile. * Oltre ai maggiori ricordati s’ebbero parecchi conflitti minori. Gian*none (IV, 175 s., 180 s.) ne dà notizia in modo molto parziale, come anche sempre del resto. 5 Quanto Pio V apprezzasse questo atteggiamento di Filippo è attestato da Granvella ; v. Gorresp. de Granvelle II, 169. r> Vedi Döllingeb, Beiträge I, 579. Ofr. sopra, p. 10 s. 7 Pubblicata in Docum. d. Ardi. Alba 261-263.