nostre rimasero immobili ; e così stettero due giorni e due notti con estrema lor contentezza, immaginando tuttavia che l’Armata dopo aver preso rinfresco, e consiglio migliore volesse pur tornare a combattere, ma ella ebbe pel migliore il tirare avanti il suo viaggio senza più tornare. E seppesi poi da un Turco preso, che tal risoluzione fu persuasa da un Consiglier favorito del Pascià, il quale avendo visto che i nostri avevano cominciato a maltrattare la loro Reale, avendovi morti una banca di schiavi, ed otto o dieci altri, e ferito in un braccio il Bascià lo avvertì, o che la sua Reale gli sarebbe gettata in fondo, o che egli vi rimarrebbe morto, perchè i Nostri l’avevano presa per bersaglio, e più tiravano a quella che a tutte le altre. A 24 del med.o partendo di quiui affondarono un Caramussale, che andava a Salonich ben carico di ricche merci, p. quanto seppero da sei Turchi, che di esso si salvarono nel n. di 112. Da questi seppero, che il Bascià dell’Armata Turchesca aveva scritto a quel d’Alessandria che non lasciava uscire nessun Vassello se non bene accompagnato da Galee promettendogliene p.ciò una squadra. ..........così dopo essere stati trasportati in varie bande alla fine in capo a poco più di due mesi arrivarono a Livorno a 2. del mese di Aprile 1611 ricchi della gloriosa preda che forse mai abbia fatto altro stuolo, poiché oltre all’aver preso sino a dodici Vasselli morto circa 700. Turchi fattine prigionieri sino a 150, hanno dato il guasto cinque volte in terra, assalito la famosa fortezza di Cerino, e combattuto, e posto in fuga una volta 22. Galee, ed una Galeazza con cinque vascelli soli ; e poi 43. Galee, ed altre due Galeazze della forrn.ale Armata Turchesca quella che d’ ordinario al solo romore del suo apparecchio suol mettere in pensiero, ed in provisione tutti li Principi di Cristianità. )( 286 )(