Cap. IX. PARTITA D’ONORE. LA BATTAGLIA DI LEPANTO otto il comando del secondo ammiraglio, Don Cesare Ca-vaniglia, la Milizia Stefaniana assolve uno dei compiti più difficili e si afferma nella realtà indiscutibile della sua potenza e nello spirito del suo valore magnifico. Mai come in questo periodo di tempo che va dal 1566 al 1571 il Mediterraneo centrale ed occidentale ebbe a subire più gravi minaccie da parte di turchi e di corsari, nè mai preoccupazione maggiore tormentò la Cristianità intiera e richiamò ad insonne vigilanza le flotte di Spagna, di Malta e di Santo Stefano. ®! Erano allora infestati con insolita attività aggressiva il Mare Adriatico e il Medio-Tirreno : in quello i Turchi con un’armata formidabile erano piombati sulle coste abruzzesi mettendo a ferro e fuoco villaggi e campagne, seco loro trasportando in ischiavitù un ingente numero di infelici sorpresi col tradimento o fatti prigionieri dopo un impari combattimento ; in questo gittava lo spavento ed il lutto il terribile corsaro Caraccialì. La situazione era, dunque, troppo grave per tentare delle imprese individuali, ond’ è che la Spagna credette ancora una volta necessario di congiungere la propria flotta con quella dei nostri Cavalieri ; il Cavaniglia, perciò, ebbe 1’ ordine di recarsi colla sua squadra a Messina per congiungersi colle navi spagnole quivi ancorate (1). (1) Don Cesare Cavaniglia, patrizio napoletano, era venuto a Firenze per ordine di Carlo Y durante la guerra di Siena, come “ nobile venturiero „ insieme X 97 X 13. — Cavalieri di Santo Stefano