Cap. XXI. L’ARMATA STEFANIANA AL COMANDO DELL’AMMIRAGLIO GIULIO BARBOLANI iulio Barbolani dei Conti di Montauto fu, dunque, 1’undécimo ammiraglio che il Fontana appella “ Signore di gran nome per i pregi della sua Famiglia e per i pregi della sua persona Ed invero, le sopra citate lettere patenti del Granduca nelle quali si trovano espressioni che suonano altissimo elogio ai molti meriti del Barbolani, sembrano costituirne la testimonianza verace ; “ Convenendo elegger persona di valore, autorità, ed esperienza proporzionata al nostro servizio, alla dignità del nostro Ordine, sicurezza di questi mari, ed universal beneficio del Cristianesimo, Voi siete quello che nel pieno e degno numero dei Nostri Cavalieri abili a tale impiego ci siate parso in questo tempo il più capace ed idoneo . . . „ (1). La scelta, perciò, voleva essere fatta con molta oculatezza poiché trattavasi di trovare un personaggio degno di tanto antecessore, il quale non i-smentisse la gloriosa tradizione marinara dell’Ordine di Santo Stefano. Ma in realtà, le imprese dell’ undécimo ammiraglio furono ben lontane dal paragonarsi a quelle di Iacopo Inghirami. <1 Le prime istruzioni del Gran Maestro al nuovo ammiraglio, conservate in una filza del Mediceo, datano dal 27 febbraio 1618 e sono concepite nei termini che qui riassumiamo alquanto sommariamente (2). (1) A. P. I.; Motuproprio di S. A. R. il granduca Ferdinando II, in data 7 aprile 1621 (Vedi Appendice, doc. IV). (2) A. S. F.; Med., f. cit. 1802, c. 335 r.: “ Instruzione a Voi S.r Giulio de Conti di Montauto Ammiraglio delle n.re Galere „ (Vedi Appendice, doc. XX). )( 205 )(