starsi a terra prima che fosse 1’ alba. Il Sergente mentre sbarcavano gli faceva di mano in mano marciare in ordinanza verso la fortezza eh’ era lontana circa due miglia. Andava prima Mons.r la Roccette con quindici tra Gentiluomini, e Cavalieri, e vantaggiati, ed altrettanti Moschettieri p. vanguardia del Petardo. Poi seguiva il Cap.o Micheletto, che faceva condurre tre Petardi, a’ quali erano destinati alcuni de’ detti signori, e 20 moschettieri. Seguiva dopo questi il Cap.o Fra Claudio Lami, ed il cap.o Ottavio Adami con 40. soldati p. ciascuno destinati al soccorso de’ Petardi. Poi veniva il Cap.o Antonio Marchi, il Cap.o Marcant.o Ricciardelli, ed il Cap.o Girolamo Benamati con 30. soldati per ciascuno, e con essi alcune scale portate da marinari e dietro loro era il grosso della squadra formato del resto di tutta la gente, comandato dal Cap.o Albani, che rimase alle Navi ammalato. Gl’ inimici s’apparecchiarono alla difesa gagliardamente. Erano in quel seno di Mare 12 Vasselli grossi, e molti altri minuti, la gente de’ quali tutti si tirarono a terra, e congiunti . con quei di dentro messero in fortezza i più inabili con buon n.o di atti a combattere, il resto si tennero per di fuori, a menar le mani. Quando i nostri furon vicini si fece loro incontro una gran truppa di Cavalleria, colla quale ebbero una gagliardissima scaramuccia : ed essendovene morti parecchi de’ loro, e particolarmente l’Aga, gli altri si misero in fuga, andando a ripararsi sotto la detta fortezza, d’ onde piovevano le cannonate, e le moschettate. Ma non per questo i nostri si arrestavano, anzi più gagliardo affrettavano il passo sin tanto che si condussero a bordo del fosso dalla parte di Levante. A dirimpetto della banda di Ponente era uno squadrone di Turchi che con moschetti offendevano, e fecero ostacolo quanto potevano, ma alla fine cedettero, e si ritirarono. Una parte dei nostri guidata dal Cap.o Ottavio Adami fece alto in un posto molto comodo per levare quei di dentro dalle muraglia. L’altra gente tutta calò nel fosso, e contro una tempesta di archibugiate e di freccie de’ Nimici ch’erano nlla difesa delle Cortine arrivarono alla Porta verso Tramontana, attaccarono il Petardo il quale prese, e sbarrò, ma trovò bastionato e terrapienato p. di dentro. Nello stesso tempo dirizzarono le scale alla muraglia di Levante, ma riuscirono corte circa sei braccia, perocché l’altezza era vicina a 30. Alla porta di Levante non poterono approssimarsi per esser levato il Ponte ; talché vedendo non potere attaccare per verso nessuno, e repugnando le lunghezze ed assedi a questa sorte d’ armate, furono costretti a ritirarsi a’ loro Vasselli, e lo fecero con tutta la loro comodità, ed onorevolezza, combattendo, e marciando in )( 284 )(