rio con somma diligenza tutte le prede, alla presenza del camarlingo e dei due cavalieri più anziani, non omettendo l’anno, il mese, il giorno, il luogo, ecc. di siffatte catture, e 1’ enumerazione precisa dei singoli pezzi. Quanto ai prigionieri si dettavano avvertimenti più categorici, del seguente interessante tenore : degli schiavi tutti soltanto può disporre 1’ Altezza Serenissima che ne gode la proprietà ; di questi deve tenersi un’ apposito, accuratissimo ruolo, coi rispettivi nomi, cognomi, paternità, patria, età, statura, segni della faccia e del corpo; si dovrà registrare il giorno in cui furono presi, il loro numero, su quale vascello, con qual comandante e dove ; vedere se tra loro sia alcuno di condizioni elevate, o qualche personaggio ragguardevole. Nessuno dei prigionieri poteva essere posto in libertà, neppure con vendita vantaggiosa, ma tutti dovevano essere condotti a Livorno ed umiliati ai piedi dell’ Altezza Serenissima. Alle bonavoglie non sarebbe mai stata tolta la catena, nemmeno in terre cristiane, poiché d’altronde non si sarebbe potuto effettuare ciò senza “ risigo di disordini d’importanza „, tranne a Livorno dove sufficienti erano le guardie addette alla custodia (1). Raccomandata finalmente un’ informazione scrupolosa e sollecita di (I) Tutte le incombenze dello Scrivano di razione si riassumono, insomma, in questi termini : “ Lo scrivano di Ratione vuole essere riguardevole della robba di S. A. S., diligente nelle scritture, accurato speditore, uigilante nel fare le provvigioni, provedere di farle nelli luoghi più uantaggiosi, procurare in esse tutti gl’ auantaggi possibili, così ne prezzi, come nella bontà ; fare le cose di maniera, che con il poco si sodisfaccia la Gente con le buone parole, e di modesti fatti : farsi amare, e temere dalla Gente di Cauo, tener cura che la Ciurma non sia usorpata, della quale deve essere procuratore ; non intrinsicarsi con Vffitiale nessuno di Galere, mà stare da per sè, e per la robba di S. A. S. e sua conserua- tione in tutti i casi, non risguardare à nessuno, e fare che li altri piglino esempio da lui nel governarsi prudentemente „. )( 209 X 27. — Cavalieri di Santo Stefano