a tentare qualche audace sbarco in terraferma per infliggere un colpo ancora più fiero al militarismo e al fanatismo turco e perchè servisse moralmente a disorientare sempre più il nemico ; abbiamo così r impresa di “ Scio „ (1). Là città di Scio — dice il Fontana — “è situata in un’ isola dell’ Arcipelago che pure ha questo nome ; vien circondata da una forte muraglia, cinta da una fossa d’acqua profonda, ed ha un bel porto, frequentato in gran maniera da legni turchi e da greci „ (2). Cj| Adunque, l’undici di maggio dell’anno 1599, tre galere e due galeotte bene equipaggiate ed armate, al comando dell’ ammiraglio Marcantonio Calefati e del colonnello Bartolommeo Barbolani comandante le truppe da sbarco, partirono da Livorno pervenendo, dopo felice navigazione, nel Mar Egeo, dinanzi all’ isola di Scio. Naturalmente erano state prese tutte le precauzioni possibili e la flotta dette fondo dinanzi all’ isola quando già la notte era inoltrata ; le truppe furono subito sbarcate sotto la direzione personale dello stesso Barbolani e 1’ assalto alla fortezza ebbe subito inizio con brillantissimo successo : i turchi preferirono fuggire senza nemmeno rispondere e l’occupazione del forte avvenne senza colpo ferire. La rapidità e l’estrema facilità del successo ebbero effetto deleterio tra i nostri che si dimenticarono di inchiodare le artiglierie e di demolire i tratti di maggior efficienza, sicché, quando allo spuntar dell’ alba il nemico potè constatare che gli assalitori non erano, poi, in gran numero e che la fortezza era ancora intatta e in grado di potere ancora ben funzionare qualora ne fosse entrato di nuovo in possesso, raccolto in serrata falange sferrò una controffensiva così vigorosa da ricuperare in breve le posizioni perdute. I nostri com- (1) Scio o Chios (turco : Sakis Adassi) è un’ isola nel gruppo delle Sporadi meridionali, situata dinanzi alla penisoletta di Smirne. (2) Fontana F. ; Op. àt., pag. 45. x131 y