296 ventino dei zitti, e faecian prevalere su quelli la propria ammirazione. In Francia, dove si raffinano tutte le cose, questi amici sono anzi a comodo ed uso di tutto il mondo, e si comperano o più propriamente s’affittano come tutte le cose che son suscettive dell’ius in re, e costituiscono la grande e formidabile famiglia della claque, arbitra della fama, e dei destini dei cantanti e dei maestri, della musica e della poesia. La claque, c est un étatj ed uno è claqueur, com’ altri è medico od avvocato. Che il maestro Pacìni sia stato applaudito e chiamato fuori alla prima rappresentazione del suo Carlo di Borgogna sabato sera, ed anche alla seconda domenica, è materia di fatto, e certo chi lo vide non ne può dubitare ; eh’ ei sia poi stato applaudito e chiamato fuori dal pubblico voto perchè l’opera sia veramente piaciuta, questo è ciò di cui taluno potrebbe aver dubbio. Non si vuol già dire con questo che la musica manchi di bellezze o di pregi, ma ad essa è intervenuto come al Pirata ed alla Norma del Bellini, che prima molte sere passarono, che la gente s’ avvedesse di quelle soavi melodie che fecero poi le sue lunghe delizie per intere stagioni. Quest’ è che la musica del Carlo di Borgogna, non ¡splende forse di quella sublime bellezza che costringe la gente all’ entusiasmo e strappa a for-