darietà e con uno spirito di cameratismo veramente italiano, le due più grandi nostre repubbliche marittime : Genova e Venezia. E cancellava 1’ onta di un giorno, allorquando i mari d’Italia si arrossavano del sangue sparso, purtroppo, in lotte fratricide. €| Abbiamo veduto quale e quanta comunanza d’ideali politico-militari esistesse fra la Serenissima e la Toscana Medicea, quali vincoli di fraterna solidarietà cristiana e nazionale si stringessero sul Mare di Roma fino dal 1571, a Lepanto, fra i Veneziani e gli Stefaniani, vincoli che furono più tardi consacrati in un rito di gloria e di sangue nell’assedio di Caudia e nelle battaglie di Navarino, di Modone, di Napoli di Romania (1). È doveroso aggiungere, infine, come questa politica lungimirante e chiaroveggente, questa solidarietà e questa comunanza d’ideali si esplicassero altresì nei riguardi di quegli animosi marinai delle nostre terre del Mezzogiorno peninsulare ed insulare, sempre generosi e prodighi di sacrificio e di sangue dovunque fossero da difendere ed affermare il nome e il buon diritto d’Italia. Lo attestano, infatti, due lettere autografe del granduca di Toscana Cosimo III dei Medici in data 24 aprile 1686, conservate nell’ archivio privato dei Conti Guidi in Volterra (1). questa à ringratiarne l’A. V. et assicurarla che la mede.ma uolontà e desiderio che habbiamo sempre hauuto di seruire à la felice memoria del morto che sia in cielo, et à tutta la sua casa continuara in noi per seruigio de V. A. e del suo stato come si è detto al d.o suo ambasc.re al quale rimettendosi per hora e sinché più a pieno possiamo compire al desiderio u.ro preghiamo all’ A. V. vera felicita Di Gen.a a 25 di giugno 1621. Di V. A. Aff.mi per seruirla, Il Duce etc. „. (1) Bella testimonianza di ciò si ricava da una lettera autografa del Granduca di Toscana, in data 24 aprile 1686 al Capitano Generale Morosini, che si conserva nell’archivio privato dei Conti Guidi in Volterra. (2) — “ All’Hl.mo et Ecc.mo Sig.re II S.re Mar.e del Carpio Vice Re e Cap.o X 243 X