3o5 ne tutto quel vasto teatro. A questo s’ aggiunga una pronunzia s'i chiara, che una parola non se ne perde; onde le genti pronosticano nel giovine principiante un nuovo Lablache, poiché, a detta de’ suoi stessi compagni, nessuna voce di quante fin qui s’ udirono più s’ accosta pel complesso di tanti pregi a quella del principe dei bassi viventi. Il Cambiaggio non è solo cantante, ma uomo di spirito, scrittore di bei versi in milanese, e com’ uomo di spirito ei sostenne la sua parte, eh’ è quanto dire con molta arguzia e facezia, senz’ alcuna bassezza. Mirabile in ispecie è la chiarezza del canto e la speditezza della lingua nell’ aria difficile della seconda parte. Il Tati e la Balfe, come tutti sanno non han gran parte; pure sì 1’ uno che 1’ altra diedero ad essa tutto il risalto possibile., e se come lavoro la musica nou ha sempre un grand’ effetto, sì n’ ebbe molto ieri sera per parte del loro canto. La Balfe è sempre quella cara e gentile cantante, che ne si mostrò tre anni or sono ali’ Apollo quand’ esso si chiamava ancora s. Luca. La Grisi introdusse aneli’ ella nello spartito una sua aria, che come seconda eli’ è, canta pur bene, ed ha a parte suoi applausi; onde non dubitiam d’ affermare, che quanto alla sua esecuzione lo spettacolo del-1' Emeronittio è tale che farebbe forse le delizie d’ una città dove dod fossero altri quattro teatri,