taglie terrestri, ma eziandio la più superba vittoria conseguita dai Cavalieri di Santo Stefano, la gloria più bella che circondò di un'aureola luminosa la Milizia Stefaniana (1). L’azione fu sagacemente combinata dall’ Inghirami in tutti i suoi particolari e da lui personalmente diretta colla valida collaborazione di comandanti valorosissimi (piali, ad esempio il Gran Contestabile Silvio Piccolomini, il cavaliere Guglielmo Guadagni, il capitano Giovanni Brancadoro, il cavaliere Filippo Collo-redo, ecc. Duplice ragione aveva persuaso 1’ Ammiraglio a tentare 1111 colpo così fiero : Bona, infatti, piazzaforte di prim’ ordine jsulle coste tunisine, alla dipendenza del Dey di Algeri, era anzitutto la principale base navale dei pirati berberi ; ma essa era stata anche spettatrice del-l’orrendo scempio consumato dai pirati sopra non pochi dei nostri Cavalieri caduti disgraziatamente negli artigli di questi predoni medi-terranei. S’ imponeva, dunque, giusta vendetta perchè servisse di salutare lezione, e, nello stesso tempo, per la sicurezza del commercio e delle navigazioni, era necessario distruggere una base nemica tanto funesta. Ecco 1’ interessante descrizione che il Ciuti fa della fortezza di Bona : “ Posava essa dalla parte di mare su diversi scogli inaccessibili, e alquanto inclinata andava prolungandosi sopra una facil collina che verso la terra le somministrava una veduta piacevole. Aveva una circonferenza di un miglio e mezzo, di forma irregolare, circondata da alte (1) Oltre al manoscritto del Settimanni, vedi anche: A. S. F. ; Med. f. cit. 2077, c 1214 r. — A. S. P. ; Arch. Stef. registro cit. n. 3, c. 16 r. e segg. — Una relazione di quest' impresa fu pubblicata a Firenze nel 1607, col seguente [titolo : “ Relatione del viaggio e della presa della città di Bona in Barberia. Fatta per commessione del Sereniss. Granduca di Toscana in nome del Serenissimo Principe suo primogenito, dalle Galere della Religione di Santo Stefano il dì 16 di settembre 1607. Sotto il comando di Silvio Piccolomini Gran Contestabile di detta Religione et aio del medesimo Prencipe. In Firenze, nella Stamperia de Sermar-telli MDCVII. Con Privilegio „. X 150 X