173 » Al cherubino simile Nel riso e nel saluto ec. Queste immagini sì splendide, le vivaci e fiorite figure, onde pari alla bella e ridente natura dell’Asia si veste la poesia del Sultano, divengono cupe e nere nella Vendetta, in Marchese Arnoldo, in Istradella j la poesia qui si fa o-scura dei feroci costumi e del sangue dei seco- li feudali, si tinge di quel terrore e di quella tinta lugubre ove le arti imitatrici, dalla mimica alla pittura, e le altre ancora cercano ora se non il bello, certo il nuovo, e le forti impressioni, di cui hanno duopo gli animi ad esser commossi dopo le meraviglie a questi tempi vedute. Si abbandonarono i greci esemplari, e l’antica semplicità per seguire nuove idee e nuove dottrine: vestìgia graeca Ausi deserere, et celebrare domestica J'acla. 11 che se sia decadenza o progresso non è qui il luogo a discorrere. Abbiamo voluto notare soltanto il fatto. Così il Carrer scorre con eguale franchezza per tutte le corde della lira poetica, e cara e soave risuona pure al suo tocco la corda dell’affetto e del dolore. Varii tratti di questa pietosa natura s’incontrano, come in tutte le ailre sue