Cap. XXIII. LE ULTIME IMPRESE DEL “ GENERALE „ INGHIRAMI uel periodo della marina toscana che dal 1587 va sino al 1621 e che si riferisce, come abbiamo detto, ai granduchi Ferdinando I e Cosimo II dei Medici, è uno dei più fecondi e dei più gloriosi in confronto degli altri periodi storici che pur dettero fama all’ Ordine Stefaniano. Ma ora, colla morte di Cosimo II, anche la marina da guerra comincia a solfrire le deficienze di un governo impari all’ altezza dei tempi : il successore era ancora minorenne, sicché la reggenza cadde nelle mani di donne e di ministri naturalmente incapaci di tenere le redini di uno stato proprio in un momento nel quale, insieme ad una spiccata accortezza diplomatica, si richiedeva una ben compresa politica economica. Sotto questo aspetto le cose lasciarono, invece, molto a desiderare ; però, le reggenti ebbero il merito di richiamare a capo della Marina Stefaniana l’ammiraglio Iacopo Inghirami. Il motuproprio granducale che invita il nostro vecchio lupo di mare a riprendere il comando attivo porta la data del 7 aprile 1621, l’ordine in nome di Ferdinando II (e per lui della tu-trice Maria Maddalena). In calce a detto motuproprio leggiamo il nome di un’ autorità marinara che è garanzia di successi, Camillo Guidi di Volterra, espertissimo nei travagli delle guerre marittime, e che vedremo più tardi al comando della Flotta Stefaniana (1). E a meglio far conoscere la stima che nelle alte sfere del governo si riponeva in lui, e (1) A. I. “ Ferdinando Secondo Gran Duca di Toscana Gran M.ro deU’Ordine di S. Stefano et per S. A. le Ser.me sue Tutrici,,. Vedi: Appendice, doc. IV. X 221 X