« Minore, e mettendole a sacco asportandone artiglierie e conveniente bottino Le cose, però, stanno un po’ diversamente, ed i fatti richiedono un’ illustrazione più fedele. •I Instancabile nella sua lotta contro la Cristianità, per il [predominio sul Mediterraneo, il Sultano di Costantinopoli, dopo tanti insuccessi diplomatici e militari, stava ora meditando un colpo fierissimo contro i Cavalieri di Malta : togliere loro di sorpresa questo baluardo cristiano quasi inespugnabile, vendicare Lepanto, Prevesa e Bona, indebolire l’efficienza della Flotta Stefaniana, costringere alla difensiva tutte le armate d’Italia. CJ Appena fu noto a Livorno l’allestimento che in fretta ed oltre l’ordinario facevasi a Costantinopoli per l’impresa di Malta, la Cristianità tutta parve commuoversi e fu dato convegno in Messina per la sollecita costituzione di una lega. A Messina dovevano trovarsi le galere del principe Filiberto di Savoia, del Papa, di Spagna, di Napoli, di Sicilia, di Toscana e di Malta. •jj L’ ammiraglio Inghirami non ebbe allora un momento di riposo : in breve mise in pieno assetto di guerra una squadra poderosa, a ciò indotto anche dall’ amor proprio e dall” ambizione che lo spronava a tentare la sorte, magari da solo, come infatti avvenne, conscio ormai che al disopra della superiorità numerica stavano il valore dei suoi Cavalieri, l’abilità dei suoi comandanti, l’eccellenza delle sue navi. Sapendo poi che il principe Filiberto, secondogenito del Duca di Savoia e generale dell’ armata del Re Cattolico, doveva navigare con trenta galere lungo la nostra costa per dare fondo a Messina, e che nel frattempo trovavasi a Genova, spedì presso di lui come ambasciatore Alfonso Ricci, Cameriere di S. A. S., per invitarlo a Livorno. I documenti non dicono se il Principe accogliesse o no tale invito e se navigasse poi di conserva colle galere toscane ; il Settimanni aggiunge questo soltanto, che cioè non avendo l’ambasciatore trovato il X 186 X