Obertini, ecc.; gli altri furono fatti prigionieri e il legno stefaniano fu catturato (1). <1 Però, poco dopo, P ammiraglio Dei Medici volle la rivincita : una squadra da lui personalmente comandata e composta di cinque galere bene agguerrite con elementi tutti dell’Ordine, cementati da ferrea disciplina, ebbe la fortuna d’incontrarsi, appena uscita dal porto di Livorno, con tre vascelli di pirati africani che bordeggiavano lungo la costa colla massima noncuranza. Nessuna preoccupazione ebbero per la comparsa della squadra nostra, avvezzi come erano sino ad allora a navigare indisturbati per la mancanza di una vera e propria marina militare toscana ; sicché credevano immutate le cose e sempre gli stessi quei pochi e poco efficienti legni ducali. Ad un tratto i Cavalieri di Santo Stefano circondarono il nemico ed aprirono contro di lui un fuoco violentissimo d’ artiglieria ; di lì a poco una nave avversaria ripiegò su di un fianco per una grossa falla apertasi e colò a picco coll’ intiero equipaggio, mentre le altre, investite dalla nostra Capitana e dalla nostra Padrona, resisterono e sostennero fieramente 1’ assalto. Si accese una zuffa terribile : i nostri Cavalieri corsero all’ arrembaggio, entrarono nelle navi nemiche e combatterono coll’ arma bianca ; ma il nemico resistè e il sangue generoso dei nostri scorse abbondante confermando, nella rivincita, il crisma tradizionale. L’impeto ed il valore dei Crociati (1) Comandava la galera “ Lupa „ il marchese Scipione Malaspina di Potenziano il quale, dopo la rottura dell" albero maestro e dell’ antenna, s’imbarcò sulla Capitana ducale affidando il comando della “ Lupa „ al cavaliere anziano l'rancesco Rustici, perchè, allontanandosi dalla squadra, ritornasse alla base navale di Livorno a riparare le avarie. Intanto il marchese Malaspina era sbarcato a terra, a Cartagena, “ desideroso di veder nuovi paesi „, ma quando ebbe notizia dell assalto da parte dei Turchi e della perdita della sua nave, essendo egli, naturalmente, il responsabile maggiore, “ di dispiacere si accorò e dopo sei giorni )( 92 )(