315 mo, che dal primo al secondo suono dell’ alfa-belo. Di questa prodigiosa sua facilità avete a-vuto una bella pruova nella sua cavatina, ch’ella qui trasportò dalla parte del contralto nella Caritea, e nella quale il pubblico richiese la replica della bella cabaletta : Ma pur il cor, non so perchej nel che non so se il pubblico facesse maggior pruova d’ intelligenza nel chiederla, che di cortesia la cantante nel compiacerlo così prontamente. Qui ancora parvero in luce, oltre che i doni di che la privilegiò la natura, quelli altresì che la cantante conquistò con I’ arte e lo studio, i bei modi di canto, la temperata fecondità e la leggiadria, con cui vestì e variò nelle doppie repliche quelle purissime note. Caro Compilatore, era una cosa da rimanerne veramente rapito,incantato. Aggiungete quella limpidaechia-ra pronunzia, quell’ accento veramente italiano, quella sicurezza di tuono, quel metodo e sopra tutto la espressione di quel canto, quella cara e-spressione che ti dipinge e trasfonde nell’animo quello che dice; poi rispondetemi se il pubblico non ebbe ragione a uscire corn’ ha fatto ieri sera da’ gangheri. Nel momento della maggiore passione, e quand’ ella impetra perdono dal padre o quando ahimè! in vano tenta di placare i gelosi furori del furibondo marito, io vidi persone intenerite fino alle lagrime: io stesso mi