che fu anche Imperatore d’ Austria, si disciplinò la Milizia Stefaniana, si riorganizzò teoricamente V Ordine, si provvide al risanamento del tesoro, ma 1’ Ordine di Santo Stefano venne allora ad assumere una nuova fisionomia, nè potè dirsi più quello ideato e creato da Cosimo I, come ora brevemente esporremo, concludendo. La prima cosa alla quale provvide il nuovo Gran Maestro fu il ristabilimento della più rigida disciplina, una disciplina su “ modello tedesco „ , che giunse al “ segno più alto che giammai desiderare si potesse „. Si restituì (nominalmente) al Consiglio dell’ Ordine la primitiva autorità, si allontanarono non pochi ministri e stipendiati inutili, si affidò al “ Tesoriere Generale „ la cassa, si introdusse un celere e immediato carteggio fra il Segretario dell’ Imperiale Consiglio di Reggenza e il Vice-Cancelliere dell’ Ordine, e un po’ colle molte economie, un po’ col concorso personale del Gran Maestro, si provvide al risanamento del tesoro (1). Apparentemente la riorganizzazione fu completa, e così come la concepì e diresse Francesco III di Lorena funzionò sino all’anno 1809 ossia fino a quando 1’ Ordine venne soppresso dal governo francese. Ma la Marina Stefaniana è ormai tramontata per sempre : prima di tutto perchè il nuovo Granduca e Gran Maestro fece la pace coi Turchi (1747) e cogli stati barbereschi (1748-49) stipulando un trattato di “ libero commercio „ , sicché venne ora a mancare lo scopo fondamentale per (1) “ E sebbene con la morte seguita nel 19 del mese di maggio 1751 del Priore Senatore Pier Francesco dei Ricci, che per molti anni aveva meritata-mente sostenuta la carica di Auditore Presidente dell’Ordine, venisse a mancare un ministro di molta probità ed esperienza, pure essendo ormai tolti di mezzo gli abusi e i disordini che avevano lungamente regnato, ed essendo già posto in pratica e di bel nuovo introdotte nell’ Ordine quelle buone regole che per conservarlo ed accrescerlo erano necessarie, non venne esso a risentire quel danno che avrebbe falcilmente senza di ciò causato la perdita del nominato Ministro „ (A. S. P. ; Arch. Stef., n.° 4556. Ms. cit. — Parte seconda, cap.o 5.o). X 258 )(